Guido Crosetto: «Ho perso fiducia in pezzi delle istituzioni». La convocazione al Copasir


È una dichiarazione singolare e destinata a far discutere quella che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha lanciato questa mattina, 17 aprile, dalla trasmissione Agorà, programma di Rai3 condotto da Roberto Inciocchi: «Questi due anni e mezzo di ministero mi hanno segnato moltissimo. Ho perso in parte fiducia in pezzi di istituzioni», ha detto. Per poi aggiungere: «Questa cosa mi ha fatto male, perché io ho sempre servito questo Paese bene e devo dire che uscirò da questa esperienza più triste di come sono entrato. Questo non mi impedisce di impegnarmi anima e corpo, ma non è stata una bella esperienza conoscere dall’interno pezzi di istituzione. Ho sempre avuto l’idea che tutti lavorassero solo per il bene del Paese e mi sono accorto che non è sempre così».
I possibili riferimenti
Non è chiaro a cosa si riferisca esattamente il ministro che nel corso del suo mandato è stato toccato da alcune inchieste giornalistiche, l’ultima legata ad un contenzioso per presunti affitti non pagati, pubblicato dalla testata giornalistica Il Domani. In passato si era lamentato, facendo poi una parziale retromarcia, dei vertici di Aisi e Aise, anche passati. Ma poi le accuse ventilate erano state riviste e ritirate.
La convocazione al Copasir
A stretto giro rispetto alle sue dichiarazioni, il Copasir ha fatto sapere di aver convocato il ministro per il prossimo 23 aprile. Se anche era un’audizione prevista, è chiaro che si parlerà anche di questo tema.
La precisazione
April 17, 2025
Nel pomeriggio, il ministro ha diffuso un tweet in cui spiega la sua uscita: «Pensavo fosse chiaro che lo sfogo di questa mattina ad Agorà, quando ho detto che ho perso fiducia in pezzi delle istituzioni, fosse riferito alla vicenda “Dossier” che, come hanno detto autorevoli magistrati, ha profili inquietanti e sulla quale attendo con pazienza, da anni, un po’ di verità. Nel frattempo si sono aggiunte altre inchieste con apparenti similitudini, come quella dell’accesso ai conti correnti o quella di Milano, che non hanno fatto che rendermi ancora più scettico. Mi pareva scontato».