World Press Photo, il bimbo palestinese con le braccia amputate è lo scatto dell’anno. Ancora bombe su Gaza: decine di morti tra gli sfollati


Uno sguardo deciso, un corpo magro coperto solo da una canottierina bianca. Le braccia del piccolo Mahmoud Ajjour, palestinese di 9 anni, sono rimaste amputate durante un attacco israeliano nel marzo 2024. È questa la foto che la giuria del World Press Photo, il più importante premio mondiale per il fotogiornalismo, ha incoronato come foto dell’anno. A scattarla, per il New York Times, è stato Samar Abu Elouf. Uno scatto che, secondo la giuria, cattura perfettamente il momento storico attuale. Ajjour, rimasto ferito dopo essersi voltato per incitare la famiglia a fuggire da un raid, ora ha trovato rifugio e cure a Doha, in Qatar. La Striscia di Gaza, invece, continua a essere martellata dai raid aerei israeliani.
Missili israeliani su tende di sfollati: «Almeno 25 morti».
Proprio nelle ultime ore, un bombardamento sulla città di Khan Younis avrebbe ucciso almeno 25 persone. «Per lo più donne e bambini», è la comunicazione che arriva dalla Protezione civile palestinese. Secondo Hamas, l’Idf avrebbe colpito con due missili un gruppo di tende che ospitavano famiglie sfollate. In un altro attacco, stando a quanto riporta la Afp, altri nove civili sono rimasti uccisi. Tra questi anche un padre e un figlio. Secondo i dati Unicef, aggiornati a fine marzo 2025, sono oltre 15mila le vittime palestinesi minorenni dall’inizio della guerra. Oltre 34mila sono stati feriti, più di un milione si trova attualmente sfollato e senza un tetto.
Le altre foto selezionate: dall’attentato di Trump alla bimba ucraina durante i bombardamenti russi
Dalla guerra in Medio Oriente fino al conflitto russo-ucraino, dall’attentato a Donald Trump al fenomeno dell’immigrazione. Il World Press Photo, edizione 2025, ha messo sotto i riflettori alcuni tra i momenti e gli eventi più drammatici degli ultimi dodici mesi. Il presidente americano – all’epoca solo candidato – con il rivolo di sangue sul volto, dopo essere scampato a un attentato lo scorso 13 luglio. Il continuo flusso di migranti che attraversano il confine tra Messico e Stati Uniti e che, nella foto scattata da John Moore, si scaldano in impermeabile usa e getta attorno a falò di fortuna. O ancora la desolazione di un deserto che pochi anni fa era il Rio delle Amazzoni, o quella di una bimba ucraina sdraiata sul letto della nonna e in preda a un attacco di panico per i raid russi. Scatti che, secondo la giuria, riassumono in qualche colore e tante espressioni umane i drammi che hanno convolto e continuano a sconvolgere l’intero pianeta.
In copertina: il piccolo Mahmood Ajjour, 9 anni (Samar Abu Elouf /New York Times/ World Press Photo)