Il fratello di Liliana Resinovich denuncia i consulenti della Procura: «Errori, omissioni e contaminazioni dei reperti nella prima perizia»


«Hanno sbagliato, vanno sanzionati». Con queste parole Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha annunciato di aver deciso di denunciare all’Ordine dei medici i consulenti nominati dalla Procura che eseguirono il primo esame medico-legale sul corpo della sorella. Un’accusa pesante che punta il dito su «errori, omissioni e contaminazioni dei reperti» e che, secondo Resinovich, avrebbero compromesso l’accertamento della verità per oltre tre anni.
Fineschi, Cattaneo e Barisani nel mirino di Sergio Resinovich
«Si tratta di negligenze gravi ed inescusabili che devono essere oggetto di seria censura e valutazione da parte dell’Ordine competente, affinché non si ripetano più simili situazioni», ha dichiarato. A sostegno della sua denuncia, Sergio Resinovich ha chiesto che vengano ascoltati il professor Fineschi, la professoressa Cristina Cattaneo e il dottor Barisani, dai quali intende acquisire tutte le osservazioni tecniche depositate nel fascicolo e le interviste pubbliche rilasciate. «Mia sorella – ha concluso – merita assoluto rispetto».
Sebastiano Visintin è tornato a Trieste
Nel frattempo, è rientrato a Trieste Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, ora indagato per la sua morte. La donna, 63 anni, era stata ritrovata morta il 5 gennaio 2022 in un boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico, circa venti giorni dopo la sua scomparsa. Visintin si era allontanato dalla città nei giorni scorsi, spiegando di essersi concesso un periodo di riposo in Austria. «Non sto bene – ha dichiarato oggi alle telecamere di Mattino 5, ero in montagna, ho visto degli amici e mi sono riposato. Ora sto facendo i miei lavoretti». «Liliana manca tanto tanto», ha aggiunto, assicurando la sua piena disponibilità agli inquirenti: «Non mi nascondo». Sulla scoperta di alcuni coltelli nell’auto della moglie, parcheggiata sotto casa, Visintin ha precisato che non gli appartengono e che li avrebbe trovati solo al suo rientro. «Un signore che abita qui mi ha detto che me li avrebbe lasciati in macchina – ha spiegato – poi, una volta affilati, li riporterò qui. Molti me li lasciano così perché sanno che non sono quasi mai a casa». Durante una recente perquisizione, le forze dell’ordine avevano sequestrato centinaia di coltelli nella sua abitazione. In mattinata, Visintin ha incontrato i suoi legali.