Tracce di vita su un pianeta alieno: «Le più consistenti mai trovate». L’analisi delle atmosfere e il mondo oceanico a 120 anni luce


Una prova dell’esistenza di vita su un pianeta non chiamato Terra. Non alieni o nostri simili, ma piccole alghe o altri microrganismi. È la conclusione, ancora da confermare al 100% con altre osservazioni, a cui è giunto un pool di scienziati analizzando le immagini del telescopio James Webb. Secondo gli esperti, scrive Reuters, si tratta del «più forte e concreto segnale di una possibile vita al di là del nostro sistema solare». In particolare il super telescopio avrebbe individuato un «mondo oceanico», con mari di acqua liquida al di sotto di un’atmosfera ricca di idrogeno e di gas generati da organismi viventi.
La scoperta dei gas «biologici» e l’ipotesi di vita
K2-18b, questo il codice di riconoscimento dell’esopianeta che potrebbe entrare nella storia delle astroscienze. Ha una massa di nove volte superiore a quella della Terra e orbita attorno a una nana rossa a una distanza sufficiente da permettere la vita sulla sua superficie (la cosiddetta «zona abitabile»). Nella volta celeste è posizionata nella costellazione del Leone, a 124 anni luce – circa 2 milioni di miliardi di chilometri – dal nostro Pianeta. A questa distanza, come è possibile anche solo ipotizzare la presenza di vita? Nella sua atmosfera gli scienziati hanno rilevato – con una certezza del 99,7% – due gas: dimetil solfuro, noto come Dms, e dimetil disolfuro, o Dmds. Si tratta di due composti chimici generati da organismi viventi, in particolare da forme di vita microbica come il fitoplancton marino o le alghe. Su K2-18b questi due gas si presentano con una concentrazione «migliaia di volte superiore a quella presente nell’atmosfera terrestre». Un dato che, secondo gli scienziati, «può essere spiegato solo con un’attività biologica, almeno sulla base delle conoscenze attuali».
Gli scienziati frenano: «Scoperta straordinaria, ma sono solo biofirme»
Ma sono gli stessi scienziati a frenare gli animi. «Non si tratta della scoperta di veri e propri organismi, ma di biofirme», hanno spiegato. Insomma, indicatori di un processo biologico ma non orme evidenti della presenza di esseri viventi. Rimangono però risultati straordinari: «Sono i primi indizi di un mondo alieno potenzialmente abitato. Questo è un momento di svolta nella ricerca di vita oltre il sistema solare», ha commentato l’astrofisico Nikku Madhusudhan dell’Università di Cambridge. Ma non vuole comunque sbilanciarsi: «Scoperta di vita intelligente? Non saremo in grado di rispondere a questa domanda in questa fase. L’ipotesi di base è quella di una semplice vita microbica».