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Trump blocca un attacco contro i siti nucleari in Iran: «Israele era pronto». Lo scontro con Netanyahu nella Casa Bianca

17 Aprile 2025 - 10:42 Filippo di Chio
trump netanyahu iran attacco nucleare
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A riportare il «no» fermo di Washington, che ha preso alla sprovvista Tel Aviv, sono il New York Times e Axios. Trump preferirebbe la via negoziale rispetto al rischio di incendiare un conflitto di larga scala

Era tutto pronto a Tel Aviv per lanciare un attacco contro i siti nucleari iraniani già il prossimo mese. L’operazione è stata però momentaneamente bloccata dagli Stati Uniti, su decisione del presidente americano Donald Trump. Lo stesso tycoon, secondo quanto riferiscono il New York Times e Axios, avrebbe comunicato la decisione di non sostenere alcun bombardamento contro Teheran al premier israeliano Benjamin Netanyahu durante l’incontro tra i due leader di settimana scorsa nella Casa Bianca. Un faccia a faccia che fonti interne allo Studio Ovale hanno descritto come «molto teso».

Il piano d’attacco di Tel Aviv

Lo staff di Donald Trump era spaccato in due. Da una parte i cosiddetti «falchi», che spingevano per un intervento che potesse azzoppare le mire dell’Iran e ritardare, secondo le stime dell’intelligence, di almeno un anno i progetti nucleari dell’ayatollah Ali Khamenei. Dall’altra i funzionari più cauti, che insistevano sulla necessità di condurre trattative intense con Teheran per scongiurare il rischio di un conflitto regionale e – perché no – mondiale. Netanyahu e il governo israeliano, dalla loro parte, erano già convinti e avevano anzi pronti due possibili piani d’attacco.

Il primo, fortemente voluto dal premier, prevedeva bombardamenti di copertura americani e attacchi israeliani ai siti nucleari nascosti nel sottosuolo dell’Iran. Per dirla con le parole dello stesso Netanyahu: «Entriamo, facciamo esplodere le strutture, smantelliamo tutte le attrezzature, sotto la supervisione americana e l’esecuzione americana». Anche perché, dopo la pioggia di missili partiti contro l’Iran da Israele qualche mese fa, non ci sarebbe momento migliore per infliggere il colpo di grazia.

Il «no» di Trump

Un piano che è saltato in aria prima ancora di arrivare concretamente nelle sale dei bottoni dell’esercito americano. Qualunque ipotesi di attacco in territorio iraniano aveva assoluto bisogno del sostegno da parte dell’aviazione a stelle e strisce, e Donald Trump non avrebbe la minima intenzione di concederlo. Un no che, secondo quanto riporta Axios, ha colto di sorpresa anche Netanyahu. Il viaggio a Washington, formalmente per «parlare delle tariffe», non è stato la passerella trionfale che si aspettava: «Trump e Netanyahu vedono le cose in modo molto diverso sulla questione di un attacco militare in Iran», ha detto una fonte rimasta anonima al quotidiano americano.

Anzi si sarebbe trovato uno Studio Ovale particolarmente rigido e contrario alla volontà israeliana di colpire duramente l’Iran e non intraprendere in nessun modo la via negoziale. Proprio in questa direzione, invece, spinge Trump. Teheran ha mostrato aperture e ha acconsentito a sedersi a un tavolo di trattative sabato 19 aprile a Roma, dopo il primo incontro tra funzionari avvenuto una settimana fa in Oman.