X Factor, il successo e il conscious rap. Il ritorno di Anastasio: «Non ho mai voluto fare la marionetta» – L’intervista
Erano tre anni che avevamo perso le tracce di Anastasio, rapper che viaggia lungo i confini del cantautorato, vincitore dell’edizione 2018 di X Factor. Il 27enne è tornato lo scorso weekend con Le Macchine Non Possono Pregare, il terzo album della sua carriera. L’album che ha sempre sognato, come rivela a Open: «La mia ambizione era fare questo disco che non sapevo ancora che avrei fatto – racconta ripensando agli anni del talent – Più che tutelare i miei soldi e la mia immagine, ho sempre pensato che avrei dovuto tutelare la mia idea». Un’impresa riuscita non senza scontri con il mondo della discografia, contro quelli che ha chiamato «geometri e scienziati» e che in questi anni hanno valutato il potenziale delle sue canzoni sul mercato e poi, evidentemente, le hanno bocciate perché, «troppo difficili». Dice infatti a Open: «Nella discografia c’è questo discorso che viene portato avanti sulla “canzonabilità” delle canzoni, della continua ricerca di una canzone che abbia un “fine di…”. Una canzone che sia per le radio o per TikTok, e questa cosa non mi calza. Un artista non dovrebbe mai avere questo genere di pressioni». Così la scelta: fare un passo indietro rispetto a tutto, anche il clamore post X Factor: «Non ho mai voluto fare la marionetta – dice – quando mi ci sono sentito ho sofferto, io avevo veramente un’idea da portare avanti, poi magari sbatto contro il muro, ma per fare quello che devo fare ho bisogno di sentirmi libero e avere il mio tempo, non devo corromperlo. Questo è l’unico delitto, non è andare a X Factor, andare a Sanremo, fare la marchetta, non mi interessa finché riesco a far rimanere pura l’unica cosa che conta, e alla fine l’ho fatto».