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Chi è Halmi Ben Mahmoud Mselmi, il jihadista di 28 anni «pronto al martirio» arrestato a Cosenza

18 Aprile 2025 - 19:04 Alba Romano
cosenza isis
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Indottrinava, tesseva la sua rete con altri esponenti legati all'Isis, importava nuove leve. Antonio Caliò, dirigente della Digos distrettuale: «Siamo intervenuti con il fermo prima che si consumasse qualcosa di concreto»

Era “pronto al martirio” Halmi Ben Mahmoud Mselmi, il jihadista di 28 anni, di nazionalità tunisina, appartenente, con il ruolo di organizzatore, ad una cellula di matrice terroristica legata all’Isis, fermato stamane a Cosenza, con l’accusa di associazione terroristica, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, dagli uomini della Digos distrettuale del capoluogo calabrese in collaborazione con la Digos cosentina e con la Direzione centrale polizia di prevenzione – Servizio contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno.

Unico obiettivo: sopprimere gli infedeli

Il 28enne da tempo residente in città, lavorava saltuariamente come muratore, coltivando l’adesione al radicalismo jihadista, senza nascondere le intenzioni di «sopprimere gli infedeli». Ricercato anche in Tunisia per un presunto coinvolgimento in attività terroristiche, era monitorato dal novembre del 2023. Dalle indagini l’uomo è risultato organico ad una struttura i cui componenti, una settantina, avevano prestato giuramento allo stato islamico e contavano di unirsi alle truppe del Califfato in Siria. Oltre all’auto addestramento promuovevano ideali di radicalismo religioso e di odio verso la popolazione di Israele e l’ebraismo. Tra le attività del gruppo anche documenti illustrativi della preparazione di armi ed esplosivi e divulgazione di informazioni sulle modalità con cui raggiungere luoghi di combattimento e su come inviare messaggi criptati.

Chi era Mselmi, leader nell’«indottrinamento e proselitismo»

Un aspetto rilevante è quello legato alla gestione del flusso di migranti clandestini in arrivo sulle coste italiane dalla Tunisia, anche per creare la disponibilità di documenti falsi in grado di consentire la permanenza illegale in Italia. «La personalità di Mselmi – ha dichiarato alla stampa Antonio Caliò, dirigente della Digos distrettuale di Catanzaro – è molto particolare. E s’inserisce in un’indagine ancora più complessa, basata su attività tecniche e di intercettazione. In particolare questo soggetto operava assiduamente in azioni di indottrinamento e proselitismo». Il procedimento attualmente è ancora nella fase delle indagini preliminari. «Questa è, a mio avviso la più bella indagine sul terrorismo fatta negli ultimi anni. Il tunisino arrestato non si limitava solo a fare proselitismo o autoaddestramento. Lui era pronto al martirio», ha precisato all’Adnkronos Caliò. «L’uomo – spiega il titolare dell’attività investigativa avviata a fine 2023 – faceva parte di una cellula legata all’Isis e il fermo è stato necessario alla luce del fatto che negli ultimi giorni si stava addestrando emotivamente, facendo lui stesso dei video particolari, annunciando che doveva sgozzare delle persone. Siamo intervenuti con il fermo prima che si consumasse qualcosa di concreto. Gli stavamo dietro da due anni, parliamo di un soggetto molto pericoloso, al quale è stata contestata l’associazione con finalità di terrorismo e la sua prontezza al martirio. In passato già recluso in Tunisia per terrorismo, ha fatto proselitismo con altri, era ben addestrato. Ma soprattutto insieme ad altri sodali della cellula tunisina, organizzava i viaggi con i barconi per portare i ‘fratelli’ terroristi in Italia”».

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