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Janan Suliman morta sul Faito, l’associazione pro-Pal sulla tragedia della funivia: «Colpa dello Stato che finanzia il genocidio»

Thabet Sulina e la sorella Janan Suliman
Thabet Sulina e la sorella Janan Suliman
Sui social, il centro culturale di Napoli contesta anche che i media citino la cittadinanza israeliana della 26enne farmacista morta nell'incidente della funivia di Castellammare di Stabia

Dietro la tragedia della funivia del Faito ci sarebbe la colpa di uno «Stato che sostiene il genocidio e colonialismo in Palestina». È quanto scrivono sui social i responsabili del Centro culturale Handala Ali di Napoli in un post di cordoglio per la morte di Janan Suliman, la 26enne cittadini israeliana morta nell’incidente a Castellammare di Stabia. La ragazza era in vacanza col fratello Thabet, 23enne studente di ingegneria.

Janan Suliman e la cittadinanza israeliana

Janan Suliman era originaria di Mashad, cittadina araba a 5 Km a Nord-Est di Nazareth, nel distretto settentrionale di Israele. Faceva la farmacista e con i risparmi del suo lavoro aveva deciso di fare una vacanza con suo fratello in Italia. Erano già stati a Roma, Napoli e Pompei. Per l’associazione pro Palestina Handala Ali non dovrebbe essere citata per la sua cittadinanza, ma in quanto palestinese. «Per la cittadinanza dello stato d’occupazione sionista sono costretti ad averlo», scrivono sul profilo del Centro culturale. Non farlo altrimenti è il segno che «persino nella morte la propaganda sionista priva la nostra gente della propria identità».

«Tragedia figlia di investimenti nelle armi»

Finché il centro Handala Ali arriva a spiegare per quale motivo sia avvenuto l’incidente in cui sono morti quattro turisti: «Questa tragedia è figlia di uno stato che invece di investire nelle infrastrutture decide di finanziare le armi e sostenere il genocidio e il colonialismo in Palestina. Con dolore diamo l’ultimo saluto a Janan, una ragazza palestinese che come tante e tanti ha lasciato questo mondo, lontana dalla sua terra, senza averla vista finalmente libera».

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