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Ravenna, spinge una sconosciuta nell’androne di un palazzo e la violenta. Lei riesce a fotografarlo: 32enne ai domiciliari

19 Aprile 2025 - 10:32 Alba Romano
007 russi indagine ros carabinieri milano
007 russi indagine ros carabinieri milano
La donna stava andando dal suo commercialista. Il giudice: «L'uomo è pericoloso perché potrebbe rifarlo»

Un ragazzo di 32 anni è stato arrestato e sottoposto ai domiciliari a Ravenna con l’accusa di violenza sessuale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giovane, un operaio con precedenti per estorsione e guida in stato di ebbrezza, avrebbe aggredito una donna, mai vista prima, spingendola contro l’androne di un palazzo del centro e abusando di lei. La sua reazione ha poi messo in fuga l’aggressore. La violenza è avvenuta nel primo pomeriggio del 7 aprile scorso, quando la donna, un’imprenditrice del posto, si stava recando nello studio del suo commercialista. Giunta davanti al portone, si è sentita spingere da dietro da uno sconosciuto che l’ha bloccata in un angolo. Per alcuni istanti è rimasta paralizzata, poi ha trovato la forza di urlare e divincolarsi.

Identificato grazie a una foto scattata dalla vittima

Nel frattempo, richiamate dalle grida, alcune persone sono scese dallo studio. La donna e una dipendente sono salite al primo piano e, affacciandosi alla finestra, sono riuscite a fotografare con il cellulare l’aggressore, che nel frattempo si aggirava ancora attorno all’edificio come se nulla fosse. Grazie alla fotografia, i carabinieri del Radiomobile sono riusciti a identificarlo poco dopo. L’arresto è scattato su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Janos Barlotti, su richiesta del pm Raffaele Belvederi.

Il giudice: «Potrebbe rifarlo»

Nell’interrogatorio di garanzia di ieri mattina, il 32enne, assistito dall’avvocato Luigi Filippo Gualtieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora si trova ai domiciliari. Il giudice ha definito le modalità dell’aggressione «replicabili nei confronti di qualunque altra donna», sottolineando la pericolosità sociale dell’indagato.

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