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Trump e le richieste anti-woke ad Harvard «partite per sbaglio», è scontro totale tra l’ateneo e la Casa Bianca: «Oltre 2 miliardi congelati»

19 Aprile 2025 - 19:46 Filippo di Chio
harvard trump scontro
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Washington ha bloccato una ingente parte delle sovvenzioni alla nota università e minaccia di revoca l'esenzione fiscale. Harvard continua sulla sua linea dura, mentre i primi atenei iniziano a trattare con il tycoon

Un elenco chiaro e preciso di richieste rivolte alle principali università americane, dalla Columbia a Harvard fino a Duke e Stanford. Un documento firmato da tre funzionari federali, redatto su carta intestata ufficiale – con tanto di albero verde dentro uno scudo blu, simbolo del dipartimento dell’Educazione – e inviato ad Harvard dalla casella di posta elettronica ufficiale di Sean Keveney, consulente generale del dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Eppure, secondo l’amministrazione Trump, quella lettera non avrebbe mai dovuto essere inviata. A rivelarlo è il New York Times. La dura reazione di Harvard, che ha definito inaccettabili le condizioni della Casa Bianca, hanno portato Donald Trump al pugno di ferro: il congelamento di oltre 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni e la possibilità di revocare l’esenzione fiscale dello storico ateneo a stelle e strisce.

Una mail inaspettata e inviata «per sbaglio»

La mail è arrivata lo scorso venerdì 11 aprile, esattamente entro le tempistiche annunciate dai funzionari della Casa Bianca che da settimane erano impegnati in intensi dialoghi e trattative con la direzione dell’università di Harvard. L’elenco di richieste era lungo: l’eliminazione dei programmi di diversità, equità e inclusione (i cosiddetti DEI), il divieto di utilizzo di maschere nelle manifestazioni di protesta nel campus e l’attuazione di riforme per le assunzioni e le ammissioni basate sul merito. Ma anche gli screening obbligatori per gli studenti internazionali «per motivi ideologici» e netta la riduzione del potere di docenti e amministratori definiti «più impegnati nell’attivismo che nella ricerca». Una lista che ha colto di sorpresa i negoziatori di Harvard, che per quel venerdì 11 aprile si aspettavano una bozza di accordo completamente differente.

Il rifiuto di Harvard alle richieste e le due versioni della Casa Bianca

La risposta non si è fatta attendere: «Harvard non rinuncerà alla sua indipendenza o ai suoi diritti costituzionali», ha scritto il rettore Alan Garber rifiutando formalmente e ufficialmente le richieste dell’amministrazione e aprendo una dura battaglia contro la Casa Bianca. Subito l’università è stata contattata da un funzionario di Trump, secondo cui quella mail «non era stata autorizzata». Stando al New York Times, secondo alcuni membri della task force di Trump, che ha elaborato le richieste inviate all’ateneo, quella bozza era ufficiale e pronta all’invio. Secondo altri, invece, doveva solo circolare internamente ai corridoi di Washington. Per Harvard, però, era in ogni caso troppo: «Anche se la lettera fosse un errore, le azioni intraprese dal governo hanno conseguenze concrete su studenti e dipendenti e sulla reputazione dell’istruzione superiore americana nel mondo».

La reazione di Trump, i miliardi congelati e l’inchino della Columbia University

La Casa Bianca è passata al contrattacco. Oltre 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni congelate, la minaccia della revoca dell’esenzione fiscale all’ateneo e – forse soprattutto – il peso di uno scontro diretto con il presidente americano. Secondo i funzionari di Donald Trump, Harvard avrebbe dovuto alzare la cornetta e contattare immediatamente la task force, per verificare se effettivamente quel documento fosse reale. Ma le firme dei funzionari c’erano, la carta intestata anche… Secondo Trump si è trattato di semplice opportunismo: «È una campagna di vittimismo». Intanto una delle altre università, la Columbia, ha comunicato di essere in trattativa con l’amministrazione pur avendo ufficialmente attaccato le richieste «imposte» dalla Casa Bianca a Harvard. Una sorta di mezzo inchino di fronte a Donald Trump.

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