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Come cambia il cervello quando non usiamo il telefono? La ricerca di due università tedesche sulla «dipendenza da smartphone»

20 Aprile 2025 - 13:41 Alba Romano
dipendenza smartphone
dipendenza smartphone
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Computers in Human Behavior". I ricercatori: «Meccanismi simili a quelli innescati dalle droghe»

Cosa accade al nostro cervello quando non usiamo il telefono per alcuni giorni? È questa la domanda a cui ha cercato di rispondere un team di ricercatori delle università di Heidelberg e Colonia, in Germania. I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla rivista Computers in Human Behavior e riportati in Italia dal Corriere della Sera. La ricerca dei due atenei tedeschi ha coinvolto venticinque giovani, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, a cui è stato chiesto di limitare al minimo indispensabile l’uso dello smartphone per 72 ore, ossia tre giorni.

L’impatto su dopamina e serotonina

I ricercatori hanno eseguito risonanze magnetiche a tutti i partecipanti prima, durante e dopo la «dieta telefonica», così da valutare se si fossero verificati eventuali cambiamenti nel cervello. Il risultato è che dei cambiamenti ci sono stati eccome, in particolare per quanto riguarda la dopamina e la serotonina, due neutrasmettitori collegati al controllo dell’umore, all’elaborazione della ricompensa e al desiderio. Si tratta degli stessi sistemi attivati anche da quelle sostanze in grado di creare dipendenza.

L’«astinenza» da smartphone

La conclusione dei ricercatori è che anche l’uso dello smartphone potrebbe innescare dinamiche simili alle sostanze stupefacenti. «I meccanismi neurali che abbiamo identificato possono promuovere in modo sostanziale il comportamento di dipendenza nelle persone a rischio di uso eccessivo dello smartphone – scrivono i ricercatori delle università di Heidelberg e Colonia -. La restrizione dell’uso del dispositivo sembra mostrare, per alcuni aspetti, un parallelismo con l’astinenza dalle droghe o persino con il desiderio di cibo».

Foto copertina: Dreamstime/Dmitro Konstantynov

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