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Usa, nuova ondata di proteste anti-Trump: cos’è il movimento «50501» e come è nato

20 Aprile 2025 - 20:02 Bruno Gaetani
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La rete di attivisti ha organizzato manifestazioni in oltre 700 città. E il 1° maggio ci sarà una nuova mobilitazione

Cinquanta proteste, cinquanta Stati, una sola voce. Si chiama «50501» il movimento che da settimane fa scendere in strada migliaia di cittadini americani per contestare le politiche di Donald Trump e della sua amministrazione. Ieri, sabato 19 aprile, si è tenuta la seconda giornata di proteste contro il presidente americano, che ha coinvolto oltre 700 città degli Stati Uniti. Il movimento «50501» – che, spezzettato, riprende proprio il concetto di 50 proteste, 50 Stati e 1 movimento – è nato su Reddit, in un omonimo forum di discussione che ad oggi conta quasi 300mila iscritti.

Chi c’è dietro il movimento «50501»

Il successo della prima giornata di proteste, che si sono svolte circa due settimane fa, ha trasformato «50501» in un vero e proprio movimento politico, con tanto di sito internet dedicato proprio a raccogliere le proteste e le manifestazioni anti-Trump organizzate nei vari Stati. Dietro l’iniziativa non c’è un vero e proprio leader, ma una serie di attivisti e volti già noti della società civile, tra cui esponenti di Black Lives Matter, un movimento che chiede lo stop alle uccisioni indiscriminate di persone nere da parte della polizia, e Occupy Wall Street, nato nel 2011 per protestare contro gli abusi del capitalismo finanziario. La differenza più grande rispetto a molti altri movimenti di protesta nati di recente negli Stati Uniti è che «50501» non si concentra su un tema specifico, ma contesta più in generale la politica di Trump. Questo, hanno spiegato alcuni degli attivisti coinvolti, ha permesso di attirare anche elettori repubblicani e indipendenti, scontenti della politica economica e commerciale attuata dal presidente americano nei suoi primi tre mesi alla Casa Bianca.

La popolarità di Trump in calo e l’immobilismo dei democratici

Gli attivisti di «50501» si organizzano facendo rete tra loro e organizzando proteste e manifestazioni, ciascuno nel proprio Stato o nella propria città. Il movimento sta cercando di catalizzare il crescente malcontento nei confronti delle politiche di Trump. Secondo l’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos, l’indice di gradimento per il presidente americano è sceso dal 47 al 43% nei primi (quasi) cento giorni trascorsi alla Casa Bianca. Secondo alcuni media americani, il successo di «50501» nasconde anche un’altra spiegazione: in questo momento, il partito democratico non sta organizzando iniziative simili per protestare contro le politiche di Trump. L’unica eccezione è rappresentata dal senatore Bernie Sanders e dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, punti di riferimento dell’ala più progressista, che da settimane girano gli Stati Uniti con il loro tour denominato «Combatti l’oligarchia».

Foto copertina: ANSA / Cristobal Herrera-Ulashkevich | Le proteste contro Trump a Miami, Florida, 19 aprile 2024

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