Vasco Rossi, la profezia sulla «valanga di ignoranza al potere». Perché oggi cambierebbe «voglio una vita spericolata»: la svolta zen


«Chi vuol sapere da che parte sto, lo capisce ascoltando le mie canzoni» dice Vasco Rossi alla Stampa a proposito della sua tradizionale scelta di non parlare granché tra un brano e l’altro nei suoi concerti. Con il tour in arrivo a giugno, ormai sold out da un anno, la preparazione del rocker di Zocca entrerà nel vivo nei prossimi giorni per i dettagli finali. Da tempo però non smette di immergersi in letture a metà tra lo spirituale e il filosofico. Come racconta in una lunga intervista a Marinella Venegoni, gli ultimi due anni sono stati una sorta di full immersion in cui ha letto tantissimo. Al punto da ripensare anche al concetto di «vita spericolata».
L’ignoranza al potere
Vasco Rossi dice di non fare eccezione rispetto a tutti quanti e di sentirsi «stranito», in un periodo come questo: «Un’epoca di cambiamenti e di turbamenti9, di guerre e di valori rovesciati, di capi di stato impazziti e di dittatori sanguinari confermati… Viviamo davvero un periodo molto buio». A pochi giorni dal 25 aprile, lui stesso ricorda una sua sorta di profezia: «L’avevo detto che stava arrivando una valanga di ignoranza e adesso al potere c’è quella, ma io sono felice di portare gioia e anche amore con i miei concerti». Anche perché, spiega: «Le mie canzoni sono atti di amore, e c’è amore dentro la provocazione perché deve risvegliare le coscienze».
La preparazione mentale ai concerti
Al di là dell’allenamento fisico, per Vasco Rossi arrivare in forma ai concerti vuol dire anche tenere viva una vera e propria preparazione mentale. Dice di fare «pratica di consapevolezza», riuscendo ormai a «concentrarmi sul respiro fino a che c’è un attimo nel quale resto senza pensieri… Quindi sono i pensieri che ci fanno soffrire». Come gli ha insegnato la filosofia orientale, Vasco Rossi spiega che «la consapevolezza è la sostanza di cui siamo fatti e partecipiamo dell’essere di tutte le cose. Essere, non fare o avere». Ed è così che è arrivato a ragionare sul concetto di «Vita spericolata». Quel brano che lo ha segnato per tutta la carriera, oggi con tutto quello che Vasco Rossi ha potuto studiare, potrebbe avere un verso differente. «Non direi più “Voglio una vita spericolata”, ma “sono una vita spericolata”».
Il ricordo del papà internato
Vasco Rossi ricorda con grande orgoglio di suo padre Giovanni Carlo, detto «Carlino». Lui che aveva «preferito il lager piuttosto che arrendersi al nazifascismo e combattere con i tedeschi contro gli italiani. Era in un campo di lavori forzati – ricorda il rocker – e senza mangiare molto, per cui ne morivano la metà, di fatica e di botte».
Da dove arriva il nome «Vasco»
Nel ricordo di suo padre, Vasco Rossi cita anche l’aneddoto a cui è legato il suo nome. Suo padre «aveva fatto amicizia con un compagno di sventura che gli aveva salvato la vita quando cadde in una buca durante un attacco: si chiamava Vasco. Aveva scritto un diario, con alcuni episodi, e mia madre l’aveva poi ricopiato».
Il nuovo brano inedito
Con il nuovo tour, Vasco Rossi pensa anche di presentare ai suoi fan un nuovo brano. Una canzone inedita, che da tempo sarebbe rimasta da parte: «Ce l’ho, ma lo tengo nel cassetto almeno fino al concerto, poi vedrò. Non so se lo farò conoscere, da adesso a fine maggio c’è ancora tanto tempo. Di canzoni nuove adesso non sento la necessità, una volta sentivo proprio l’esigenza: ma forse perché ne ho già tante».