Neffa torna al rap: «Non è grave se mi dimenticano, ma l’appiattimento al mercato» – L’intervista
«Non è grave se ci si dimentica di me, è grave se non sono vivo». Nessun problema: Neffa è vivo e vegeto, non lo sentivamo dal 2021, dal (bellissimo) album in napoletano AmarAmmore, e torna con un nuovo album. Si intitola Canerandagio Parte1 il disco in cui il cantautorapper nato a Scafati e cresciuto a Bologna, riabbraccia il genere che lo ha reso famoso, ovvero il rap. I brani di Canerandagio Parte1 in effetti riportano molto più al Neffa di Aspettando il sole che a quello, successivo, più mainstream di La mia signorina, Prima di andare via o Molto calmo. «Non mi aspettavo un disco rap – racconta a Open – sapevo che mi sarei avventurato in una strada scoscesa. Ma nei confronti di questa creatività il mio cuore è puro, non lo sto facendo né per il successo, né per l’insuccesso, né tantomeno perché dovevo trovare un gancio col passato, ma semplicemente non amo fare quello che penso, amo fare quello che sento».
Cosa c’è in «Canerandagio Parte1»
Si tratta di un disco composto, a parte un geniale Littlefunkyintro, da featuring. Sparsi per le dieci tracce dell’album infatti abbiamo da Noyz Narcos e Franco126 a Guè e Izi, da Fabri Fibra e Myss Keta a Joan Thiele e Gemitaiz, e ancora da Frah Quintale e Francesca Michielin a Ste ed Ele A, quest’ultima tra l’altro “colpevole” di aver riacceso la miccia del rap nel cuore del 57enne Giovanni Pellino (così all’anagrafe Neffa). Canerandagio Parte1 è un disco cupo, lontano dalle logiche dell’industria discografica, e, come racconta ancora Neffa a Open, non è un caso: «Io sono un registratore, queste cose le vedo, le orecchie ce le ho pure io. A mio parere c’è grande appiattimento e pericolo di totalitarismo, anche nell’ambito artistico. Oggi a nessuno viene in mente di fare un disco fuori dai canoni del mercato e questa per me è una forma di dittatura. Eliminare la diversità della creatività equivale ad eliminare la diversità del pensiero. Non può essere. Finché c’è umanità c’è anche il desiderio di rispondere a certe forme di repressione. Io nel mio piccolo ci provo».