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Il killer di Maurizio Gucci, Benedetto Ceraulo, prova a uccidere il figlio e a suicidarsi

22 Aprile 2025 - 20:06 Alba Romano
benedetto ceraulo
benedetto ceraulo
Il 37enne è ricoverato ma non in pericolo di vita. Grave il padre, di 63 anni, autore dell'omicidio dell'imprenditore della moda

Sarebbe una lite familiare, finita poi a colpi di arma da fuoco, la base del tentato omicidio e tentato suicidio avvenuto nella zona della Fontine, nel comune di Santa Maria a Monte (Pisa). Benedetto Ceraulo ha sparato al figlio, al volto, prima di tentare di togliersi la vita con la stessa arma. Trent’anni fa Ceraulo fu l’esecutore materiale dell’omicidio di Maurizio Gucci, commissionato da Patrizia Reggiani.

La dinamica

Sul caso indagano i carabinieri per la procura di Pisa. Sembra che il 63enne, dopo una lite, abbia imbracciato l’arma aprendo il fuoco verso il figlio Gaetano, 37enne. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118. Il figlio è ricoverato al Lotti di Pontedera mentre Benedetto Ceraulo si trova in gravi condizioni al Cisanello di Pisa. È stato il 37enne ad avvertire i soccorsi riuscendo a scappare in auto e rifugiandosi in un bar poco distante. Non ci sono testimoni della lite.

La seconda vita di Benedetto Ceraulo, dopo il carcere

Ceraulo aveva cercato di costruirsi una seconda chance con la viticoltura: una passione sviluppata nella colonia penale dell’isola di Gorgona (Livorno) dove aveva incontrato nel 2017 il marchese Frescobaldi per il progetto di un’azienda vitivinicola appreso nella casa di reclusione. Una volta definitivamente libero si è trasferito ad Acciaiolo, frazione del comune di Fauglia e da qui è arrivato a Santa Maria a Monte. Nel 1995, a soli 32 anni, sparò a Milano quattro colpi all’imprenditore della moda Maurizio Gucci, nel delitto orchestrato da banditi improvvisati e commissionato dall’ex moglie della vittima, Patrizia Reggiani, gelosa della nuova relazione del marito e impaurita dalla sue spese sostenute per questo nuovo amore che, secondo lei, avrebbero messo in pericolo il patrimonio di famiglia. Un’accusa di essere il killer sempre respinta da Ceraulo, ma che gli è costata prima l’ergastolo e poi una riduzione di pena fino alla definitiva condanna in Cassazione come l’esecutore materiale. Secondo l’accusa ricevette 150 milioni di lire. Fu arrestato nel 1997, la prima condanna all’ergastolo arriva il 3 novembre 1998, mentre la Reggiani viene condannata a 29 anni, la sua amica e maga dilettante Pina Auriemma a 25 e il suo complice, l’albergatore Ivano Savioni, a 27. Ergastolo anche per Orazio Cicala, ritenuto l’autista del killer. Il 17 marzo 2000 i giudici d’appello di Milano riformano la prima sentenza di condanna trasformando la pena di Ceraulo da ergastolo a 28 anni, 11 mesi e 20 giorni, poi confermata in Cassazione.

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