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Ci sono 15 cardinali di troppo a questo Conclave che così non vale. Ed esplode pure il dramma delle stanze che a Santa Marta non bastano

22 Aprile 2025 - 20:35 Fosca Bincher
conclave 135 cardinali
conclave 135 cardinali
Sigillate e indisponibili fino all’elezione del nuovo Papa le stanze di Bergoglio e dei suoi collaboratori. Ne restano solo 120 a Santa Marta, e non bastano ad ospitare tutti. Ma non si può andare altrove.

Papa Francesco non aveva fatto bene i conti, non prevedendo naturalmente la sua uscita di scena così improvvisa. Così al Conclave che si sta per aprire ci sono 134 cardinali elettori più il cardinale Angelo Becciu che pensa di parteciparvi. In tutto 135. Non solo il numero più grande che ci sia mai stato, ma anche eccessivo rispetto alla Costituzione apostolica vigente. Perché all’articolo 33 della “Romano pontifici eligendo” è scritto chiaro: «Il massimo numero dei Cardinali elettori non deve superare i 120». È imperativo, non c’è un piano B. Sulla carta 15 cardinali elettori non potrebbero entrare in Conclave, perché altrimenti il rischio sarebbe quello di invalidare il voto finale rendendo inutile la scelta del nuovo Papa. All’articolo 34 della stessa Costituzione apostolica Paolo VI che la promulgò aggiunse: «dichiariamo nulli e invalidi i loro atti, che in qualunque modo tentassero temerariamente di modificare il sistema o il corpo elettorale». Non è pensabile però tirare a sorte e scegliere i 15 da escludere per rientrare nel numero massimo di 120. Perché la stessa Costituzione aggiunge: «Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione, attiva e passiva, del Sommo Pontefice, a causa o col pretesto di qualunque scomunica, sospensione, interdetto o di altro impedimento ecclesiastico». Il problema è quindi grossissimo.

Francesco era certo che il Conclave non si sarebbe tenuto ancora per almeno un anno

Papa Francesco quando ha nominato più cardinali di quelli che avrebbero potuto votare al Conclave non ignorava affatto quel limite di 120. Semplicemente puntava sul fatto di restare al suo posto ancora un po’ di tempo. Dieci cardinali, infatti, sono nati nel 1945, ed entro la fine dell’anno avrebbero perso il diritto di voto. Il primo di loro, lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, compirà 80 anni fra pochissimo, il 16 maggio. Dopo di lui a uscire dal numero degli elettori sarà il cardinale della Guinea, Robert Sarah (grande avversario di Bergoglio), che raggiungerà l’età fatidica il 15 giugno. Il 4 luglio perderebbe il diritto di voto il polacco Stanislaw Rylko, e come lui altri sette fra fine luglio e dicembre. Entro maggio 2026 i cardinali con diritto di voto sarebbero scesi a 119, perché altri sei avrebbero compiuto 80 anni. Fra loro anche tre italiani: Mario Zennari, Fernando Filoni e Francesco Montenegro. Papa Francesco, quindi, pensava che ben presto quel problema di soprannumero si sarebbe risolto da solo, per altro facendo uscire di scena molte porpore a lui lontane per cultura e idee. Ma il destino ha complicato tutto. E ora? Sulla carta solo un Papa potrebbe modificare una Costituzione apostolica firmata da un Papa precedente. Ma si stanno consultando freneticamente i canonisti per avere il via libera a modificare quel tetto di 120, abolendolo senza indicarne un altro, con un motu proprio del collegio dei cardinali. È la sola strada percorribile.

Due cardinali pronti a dare forfait per motivi di salute, però non c’è da dormire per tutti

Non cambia molto nella sostanza, ma secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto nei Sacri palazzi due cardinali elettori avrebbero comunicato la loro rinuncia ad entrare in Conclave per motivi di salute. Si tratterebbe del bosniaco Vinko Puljic, arcivescovo emerito di Sarajevo e del croato Josip Bozanic, arcivescovo emerito di Zagabria. Non risolvono il problema perché secondo le norme in ogni caso stando meglio potrebbero ritirare la loro rinuncia e prendere il loro posto anche a Conclave in corso. Ma potrebbero con la loro assenza dare una mano alla macchina organizzativa del Vaticano, che sta vivendo un altro dramma per l’abbondanza di elettori. Non c’è posto per tutti a Casa Santa Marta, che dall’inizio degli anni Novanta ha sempre ospitato tutti i cardinali nei giorni della clausura per scegliere il nuovo Papa. Nell’albergo ci sono al massimo 106 suite e 28 stanze singole, in tutto 134. Ma ora non ci sono nemmeno quelle, pur sfrattando temporaneamente dalla loro casa un buon numero di sacerdoti e suore che usavano la struttura come loro abitazione. Non è disponibile la stanza né dello scomparso Papa Francesco, né dei suoi principali collaboratori. Di fatto quasi tutto un piano della struttura alberghiera è stato sigillato e reso indisponibile fino all’elezione del nuovo Papa, come prevede il protocollo e le stanze che restano sarebbero appunto 120. Non era mai accaduto nemmeno questo, visto che tutti i Papi prima di Bergoglio hanno sempre abitato nel Palazzo Apostolico.

I sigilli messi alle stanze di Papa Francesco

Architetti e ingegneri vaticani, corsa contro il tempo per ricavare nuove stanze

È stato Giovanni Paolo II nel 1992 a decidere che i cardinali elettori avrebbero dormito in una vera struttura alberghiera come Santa Marta. I cardinali durante il Conclave dormivano nel Palazzo Apostolico in condizioni però di fortuna. Poche stanze avevano un bagno a disposizione, non c’era acqua corrente in alcune parti dell’edificio, non c’era corrente elettrica in altre stanze e mancava ovunque la climatizzazione. Le stanze venivano attrezzate come dormitorio nell’occasione stanze che avevano altra funzione, magari di ufficio con relativa anticamera. Così quando voleva andare a dormire un cardinale spesso era costretto a passare dalla stanza di un altro porporato per raggiungere la sua, non tenendo per forza in conto alcun tipo di privacy. Casa Santa Marta esisteva già, ma non aveva spazi adeguati. L’edificio è stato abbattuto per tirarne su uno di cinque piani che fece polemizzare non poco i romani: così alto nascondeva la vista di San Pietro da quel lato a molte abitazioni private di Prati che erano state pagate profumatamente grazie a quel panorama. La nuova struttura alberghiera è stata però progettata pensando a quel limite massimo di 120 cardinali elettori. Ora bisogna trovare in fretta e furia una ventina di stanze, senza cercarle altrove perché i cardinali durante il Conclave devono stare insieme e in condizioni di assoluta sicurezza (le finestre sono chiuse e sigillate e le persiane giù in modo che nessuno possa vederli). Sono al lavoro gli architetti e gli ingegneri vaticani per dividere alcuni spazi comuni e un appartamento nella stessa struttura che può servire alla bisogna. E si studia come mettere in comunicazione isolandolo dal resto anche una parte di un edificio adiacente. Naturalmente è una corsa contro il tempo.

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