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Quando si riunisce, come funziona e quanto dura il Conclave, il rito che nominerà il nuovo Papa

22 Aprile 2025 - 17:02 Sofia Spagnoli
cappella sistina conclave
cappella sistina conclave
Sull'assemblea dei cardinali peseranno le nomine di Bergoglio ma gli equilibri possono essere diversi. Ecco protagonisti e favoriti

Con la morte di Papa Francesco, la chiesa si prepara ora a seguire un protocollo liturgico consolidato e serratissimo che culminerà con l’elezione del nuovo Pontefice e l’annuncio solenne dalla loggia centrale di San Pietro: «Habemus Papam». Non c’è spazio per l’improvvisazione. Il momento cruciale di questo percorso è il Conclave, un rito che affonda le sue radici in secoli di tradizione, che ha subito alcune modifiche negli anni per adattare il processo ai tempi moderni. Ma quali sono i prossimi step? E soprattutto: chi sono ipapabili” pronti a raccogliere l’eredità spirituale più alta del mondo cattolico?

La constatazione della morte

Il primo step consiste nel constatare la morte del pontefice, conferma arrivata ieri, 21 aprile. In questa fase entra in gioco una figura che sarà fondamentale in tutta “la sede vacante”, ovvero fino alla nomina del nuovo Papa: il camerlengo. Dal 14 febbraio 2019 la carica è ricoperta dal cardinal Kevin Joseph Farrell, nominato da Papa Francesco e considerato per anni il suo uomo di fiducia. È stato proprio lui ad annunciare pubblicamente la scomparsa del Pontefice e ad assumere da subito le funzioni di amministrazione ordinaria della Santa Sede.

Preparazione del Conclave

Dopo la constatazione di morte di Papa Francesco, questa mattina alle ore 9 si è riunita, nell’Aula del Sinodo, la prima Congregazione generale dei cardinali. Si tratta della fase preparatoria al Conclave. In questa sede vengono definite alcune delle decisioni più importanti, tra cui la traslazione della salma e soprattutto la data dei funerali.

I funerali del Papa

Da domani, 23 aprile, la bara con il Pontefice verrà trasferita dalla Cappella di Santa Marta alla Basilica Papale di San Pietro per la camera ardente, dove i fedeli potranno portare l’ultimo saluto al Santo Padre. I funerali solenni si terranno sabato 26 aprile alle ore 10 sul sagrato della Basilica. Al termine della cerimonia, la salma sarà trasferita alla Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione, secondo la volontà espressa da Papa Francesco nel suo testamento.

L’inizio del Conclave

A circa 15-20 giorni dai funerali del Pontefice, prenderà il via l’assemblea più riservata della Chiesa cattolica: il Conclave, incaricato di eleggere il nuovo Papa. In questo caso, è atteso tra il 5 e il 10 maggio e si svolgerà, come da tradizione, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico. A varcare le porte, saranno i cardinali elettori, ovvero quei membri del Collegio cardinalizio che non hanno ancora compiuto 80 anni.

I cardinali nominati da Bergoglio

Ma diventare cardinale non è un automatismo, né un titolo che si ottiene con anzianità. È un atto esclusivo del Papa, che li sceglie e li nomina personalmente. Papa Francesco, in 12 anni di pontificato, ha lasciato un segno anche in questo: 108 dei 135 cardinali che entreranno in Conclave portano la sua firma, circa l’80% del totale. Gli altri 22 sono stati nominati da Benedetto XVI e 5 da Giovanni Paolo II. Quindi è possibile che il nuovo pontefice ricalchi la linea dettata in questi anni dal gesuita dal cuore francescano Bergoglio. Ma quello che si terrà, sarà anche il Conclave più internazionale di sempre, con larghe rappresentanze da tutti i continenti. Nelle ultime ore ha ripreso vigore anche la polemica sulla presenza, o assenza, di Angelo Becciu, al momento escluso dall’elenco ma pronto a battersi per esserci.

Gli scrutini

Prima di ogni votazione vengono scelti tre scrutatori, tre revisori e tre incaricati di raccogliere le schede. Ecco che iniziano le votazioni: ogni elettore indica su una scheda il nome scelto. La votazione è segreta e per tutti è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l’esterno durante il Conclave. Il prossimo Papa, per essere eletto, dovrà ottenere almeno due terzi dei voti dei cardinali elettori presenti. Nel primo giorno di conclave si svolgerà una sola votazione. In quelli seguenti si potrà arrivare fino a quattro, fino alla famosa “fumata bianca”.

La fumata bianca

Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all’interno della stufa. Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l’incarico e quale sarà il nome che sceglierà. Solo allora verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l’elezione del nuovo Papa.

Habemus papam

Il momento culminante è l’annuncio da parte del cardinale protodiacono (ovvero il cardinale diacono nominato da più tempo) che si affaccia dal balcone centrale della Basilica di San Pietro. Con voce solenne, proclama: «Habemus Papam» (Abbiamo un Papa), seguito dal nome del nuovo Papa e dal nome scelto. Ad esempio, nel 2013 disse: «Habemus Papam Franciscum», ovvero «Abbiamo un Papa Francesco».

I candidati

Già da tempo circolano i nomi dei possibili ‘papabili’, anche se, alla fine, tutto si deciderà tra le quattro mura della Cappella Sistina, non senza colpi di scena. Al momento, il favorito è considerato Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano dal 2013, dall’approccio vicino a quello di Francesco, ma più moderato, in grado di equilibrare tutte le anime cattoliche. Poi c’è l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), calato nel sociale, molto vicino alla gente, dall’approccio innovativo. C’è anche il nome dal patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, francescano, grande conoscitore del Medio Oriente, che potrebbe quindi porsi da ponte tra l’Est e l’Ovest del mondo, in un momento così delicato. Chi ha il carisma molto simile a quello di Papa Francesco è Luis Antonio Tagle, filippino, prefetto del dicastero dell’Evangelizzazione, come anche il congolese Fridolin Ambongo Besungu che impersona l’eventualità africana. Guardando all’Europa, compaiono i nome di Jean Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, teologo esperto di dialogo interreligioso; il portoghese José Tolentino de Mendonca; Mario Grech, maltese e segretario generale del sinodo dei vescovi.

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