Papa Francesco, il ricordo di Emma Bonino: «Mi disse: “Io sono vecchio, porta tu avanti le nostre idee»


La leader radicale Emma Bonino ha incontrato Papa Francesco a casa sua. E del pontefice con il Corriere della Sera ricorda «la sua instancabile azione di difesa della vita e dei diritti dei tanti dimenticati o ignorati o discriminati dagli uomini come i carcerati e i migranti, temi francescani dell’ambiente…». Quel giorno «mi fece una sorpresa, venne a visitarmi in un momento particolarmente faticoso della mia malattia, infondendomi coraggio e speranza». Era stata ricoverata per una crisi respiratoria. Con Repubblica Bonino ricorda i contrasti sull’eutanasia: «Io gli dissi: Santo Padre, sì posso essere d’accordo sulla vita che è un dono, un regalo che ci è affidato, ma devo poterlo restituire. Se sono ridotta a una melanzana che vita è? L’eutanasia deve essere possibile, accettata, ammessa».
L’appuntamento
La storia dell’appuntamento a casa sua la ricorda così: «Mi chiamarono il lunedì sera dalla segreteria vaticana. Avevo avuto il telefono bloccato per due giorni, quindi quella telefonata mi colse del tutto di sorpresa, praticamente la prima a telefono riattivato. Dissero: il Santo Padre potrebbe venire domani a salutarla. Aggiunsero di non comunicarlo a nessuno. Pensavo fosse uno scherzo. Comunque l’ho detto alle amiche e alle mie collaboratrici. Hanno cominciato a fare pulizie che manco a Pasqua». Poi: «Al mattino intorno alle 11 arrivò il Papa. Io avevo chiamato la mia amica più robusta perché non cammino e doveva portarmi in braccio in terrazza. Immaginavo che lì potessi accoglierlo. E lui arrivò con la sua carrozzella: “Cerea”, fu il suo saluto alla piemontese. In terrazza in realtà mi trasportò uno dei suoi corazzieri, dicendomi che ero un fuscello per loro, non pesavo niente. Mi diede i regali: una scatola di cioccolatini e un bel mazzo di rose bianche e rosa».
L’eutanasia
«Abbiamo parlato della quotidianità. La sua a Santa Marta, dove ci sono i suoi amici prelati, il cibo, le abitudini. Su molte cose — ha ripetuto il Papa — alla fine potevamo trovare un accordo. Certo ma, ripeto, non era facile quando si andava sulle cose concrete». Come l’eutanasia? «Sì. Se si tratta di affrontare il tema dell’eutanasia come diritto, ecco che la distanza si sente tutta». Ma c’erano cose su cui andavano d’accordo, dice a La Stampa: «Carcere, immigrati e tutti i diseredati della terra anche se non siamo scesi nei dettagli dei tanti drammi che provocano carestie, crisi umanitarie, conflitti di cui quasi per nulla si parla. Ricordo, però, che a un certo punto papa Francesco ha detto a me che ho 77 anni: io sono vecchio e sto per morire ma tu sei giovane, sbrigati a guarire e a portare avanti le nostre idee. E poi ha detto anche che quando la si pensa diversamente bisogna poi arrivare a un punto di incontro».