Perché Antonio Tajani dice no ai satelliti di Elon Musk per la difesa europea e italiana


Un documento programmatico del ministero degli Esteri per il 2025 svela le strategie del ministro Antonio Tajani sulla difesa europea. Che non prevedono i satelliti di Elon Musk. E vogliono dare precedenza alle imprese europee sull’aerospazio. Cautelandosi così nei confronti del nuovo corso americano di Donald Trump. Il documento, fa sapere oggi Il Fatto Quotidiano, è intitolato «Direttiva generale per l’azione amministrativa e per la gestione dei Centri di Responsabilità del ministero degli Esteri». Il vicepremier lo ha inviato ai funzionari più importanti della Farnesina. È lungo 38 pagine, diviso in dodici capitoli e affronta i principali obiettivi del ministero.
La difesa Ue e la Nato
Tra questi c’è quello dedicato all’Alleanza Atlantica e alla sicurezza. Centrali sono gli investimenti sulla Difesa. La premessa della Farnesina è che «andranno rafforzate le iniziative diplomatiche, securitarie e umanitarie della Ue, secondo un approccio integrato volto alla prevenzione e alla risoluzione delle crisi». Come? Con il piano di Ursula von der Leyen di riarmo europeo per 800 miliardi. «Cruciale il tema della difesa europea, intesa come rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica per mettere gli Stati membri dell’Ue nelle condizioni di fornire un maggior contributo alla sicurezza del continente», si legge a pagina 9. Il ministero annuncia anche il Libro Bianco sul futuro della difesa europea. E chiede di «lavorare al rafforzamento dell’industria europea della Difesa, tutelando la posizione delle aziende italiane e le loro attività con investimenti e interessi in Paesi extra-Ue».
Russia e Ucraina
Per la guerra in Ucraina è necessario «proseguire nel sostegno multidimensionale» a Kiev. Favorendo «l’avvio di un percorso negoziale verso una pace giusta». E bisognerà anche monitorare «l’evoluzione del dossier all’indomani dell’insediamento della nuova amministrazione statunitense». Mentre con Trump servirà avere «un approccio pragmatico, costruttivo e aperto con la nuova Amministrazione Trump, promuovendo un’agenda positiva». Bisogna anchepuntare sulla collaborazione transatlantica per gestire «i rapporti commerciali con la Cina e favorire il riequilibrio dell’interscambio con Pechino».
I satelliti di Musk
Ma sono i satelliti di Musk il piatto forte. Nel capitolo sulla “Diplomazia per la crescita e la promozione integrata” Tajani è scettico sull’investimento da 1,5 miliardi che il governo italiano sarebbe pronto a fare sui satelliti a bassa quota di Starlink del fondatore di Tesla. Perché invece vuole favorire le imprese italiane ed europee del settore. E sostenere «le collaborazioni strategiche sia in sede europea, sia con i principali partner internazionali, e fornire assistenza per l’internazionalizzazione della filiera dell’industria dello spazio». Perché «nel contesto europeo – conclude Tajani – occorrerà lavorare per l’autonomo accesso allo spazio, la strategia dell’Ue nello spazio e lo sviluppo dei programmi di ricerca».