Mahmood: «Mi sento ancora agli inizi, ringrazio Simona Ventura per avermi scartato a X Factor»


«Dopo la canzone per Noemi ho i cassetti vuoti. Per scrivere devo tornare a vivere», dice al Fatto Quotidiano Mahmood. Prima però bisogna sbrigare una serie di piacevolissime pratiche, ovvero le ultime cinque date del suo N.L.D.A. Tour, la serie di concerti che ha fatto seguito all’uscita dell’album Nei letti degli altri (2024). Cinque date in più nei palazzetti: Bologna, Roma, Napoli,Torino e Milano. Ma senza fare passi azzardati: «Lo stadio non è nei miei programmi anche perché penso “dopo lo stadio cosa c’è?”. Mi immagino allo stadio per celebrare anni e anni di carriera. Io, invece, mi sento abbastanza agli inizi e preferisco che il percorso sia il più lungo possibile». Un Mahmood con i piedi per terra, tanto che proprio di quella dimensione sente il bisogno adesso, comprese le sedute con l’analista: «Non ci vado da tre mesi, infatti mi sento esaurito», rivela.
Sanremo e X Factor
Sull’esperienza da co-conduttore del Festival di Sanremo dello scorso febbraio, voluto al proprio fianco da Carlo Conti, il cantante non finge modestia: «Sono stato bravo, poteva andare molto peggio. Rivedendomi non mi sono sentito in imbarazzo, quella è la prova del nove», afferma l’artista vincitore di due festival a strettissimo giro, nel 2019 con Soldi e nel 2022 in duetto con Blanco con Brividi. Più amaro invece il ricordo di X Factor: era il 2012, Mahmood è incluso nella categoria Uomini 16-24. A guidare la squadra Simona Ventura, che lo scarta agli Home Visit, ma l’avventura non finisce lì perché viene ripescato dal pubblico a casa, che poi comunque a casa lo rimanda alla terza puntata: «Aveva ragione Simona – dice oggi – l’ho sempre ringraziata. Se mi avesse portato avanti sarebbero stati cazzi. Invece quello smacco mi diede la carica per insistere. Mi iscrissi a una scuola di musica, teoria e solfeggio, iniziai a scrivere».
Mahmood e la notorietà
L’artista afferma di non essersi mai lasciato distrarre dal successo facile e immediato, che può creare diversi problemi quando sei in giovane età: «La mia fortuna? Raggiungere una certa notorietà quando avevo già 27 anni. Diventare famoso a 18 può rivelarsi molto pericoloso, non ti sei ancora fatto le ossa». D’altra parte, aggiunge: «l’instabilità emotiva è sempre in agguato, per tutti». E continua: «Quando arriva una proposta mi domando: ti sentiresti a tuo agio? Se la risposta è no, punto altrove. Non voglio ritrovarmi a fare cose che non mi rappresentano». Una dimensione umana dalla quale Mahmood rivela di essere dipendente: «Il mio vantaggio è non essere un divo planetario. È bello camminare in mezzo alla gente senza dover abbassare gli occhi. Se mi gira vado a Rio mezzo nudo, costume e cappellone azzurro, mi diverto mischiandomi alla folla». Forse è proprio quello che farà, perché con la musica, conclusa quest’ultima parte di tour, si fermerà.