Sebastiano Visintin parla dalla spiaggia di Rimini, la prima intervista Tv dopo l’indagine su Liliana Resinovich: «Mia moglie mi manca»


È ancora una volta in vacanza Sebastian Visintin, unico indagato per l’omicidio di sua moglie Liliana Resinovich. In attesa che la procura di Trieste lo interroghi, Visintin si è fatto intervistare dal programma di Rai2 «Ore 14», la prima dopo la consegna dell’avviso di garanzia e la perquisizione in casa. Ai microfoni del programma di Milo Infante, Resinovich si è mostrato commosso ricordando sua moglie, scomparsa tre anni fa.
Perché Visintin era a Rimini
Il 73enne si era già concesso un weekend di relax in Austria dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia. In questi giorni festivi, tra Pasqua e 25 aprile, Visintin si sta godendo un po’ di Romagna in bicicletta, dove è di casa da quando è morta sua moglie: «Sono tre anni che vengo a Rimini nel periodo pasquale. Non voglio scappare da interviste. Questo è un posto a cui Liliana teneva e non sono mai riuscito a portarla».
In vacanza nel giorno del compleanno di Liliana Resinovich
«Il 26 aprile è il suo compleanno – ha ricordato Visintin – allora lo vivrò per conto mio, pensando a lei e alle cose che avremmo potuto fare, ai viaggi. Veramente mi manca. In questi tre anni e quattro mesi mi hanno detto di tutto. Io non ho nessun problema, continuo la mia vita, pensando a Liliana, pensando di averla vicino a me. Qualche volta ci parlo anche. Mi porto sempre qualcosa di Liliana con me. La sento vicina, come se fosse qui con me. Tante volte dico “guarda questi posti qua purtroppo non sei riuscita a vederli, li guardo io”».
Pronto a essere interrogato
La procura non ha ancora sentito Visintin, che continua a dichiararsi disponibile a essere ascoltato dagli inquirenti di Trieste in qualsiasi momento.«Assieme ad Alice e Paolo Bevilacqua che sono i miei avvocati, il mio consulente il dottore Barisani e il generale Garofalo abbiamo parlato, abbiamo cercato di mettere insieme le cose – ha detto Visintin -. Il mio avvocato adesso si sta interessando per avere dalla Procura tutti gli elementi per poter analizzare e vedere cosa fare. Io spero di essere sentito in modo da poter vedere insieme le cose su cui la Procura magari ha bisogno di avere delle risposte».
Visintin si aspettava l’inchiesta
Visintin ha ribadito di sentirsi «sereno e tranquillo» e di «continuare la mia vita». Anche dopo l’iscrizione nel registro degli indagati. Un fatto che si aspettava, dice, anzi che coglie come un’occasione per poter rispondere a ogni accusa. «È una cosa positiva. Spero che anche altre persone vengano sentite e ognuno dovrà rispondere sulle cose che sono state dette, prima, dopo e durante».