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Uno studio non ha dimostrato la presenza della proteina Spike nel cervello a causa dei vaccini

23 Aprile 2025 - 15:23 Juanne Pili
No vax distorcono uno studio sulle Spike nel cervello in nome delle solite bufale sui vaccini a mRNA

Diverse condivisioni Facebook da parte di utenti No vax riportano i risultati di uno studio, dove i ricercatori sosterrebbero di aver trovato la Spike nel cervello delle vittime di ictus. Questa deriverebbe dalle vaccinazioni a mRNA contro la Covid-19. Si tratterebbe quindi di una pistola fumante che dimostrerebbe come i vaccini siano collegati a gravi eventi avversi. Abbiamo analizzato la fonte.

Per chi ha fretta:

  • Un articolo tedesco riporta i risultati di uno studio che troverebbe Spike dei vaccini a mRNA nel cervello di 19 vittime di ictus.
  • Ma lo studio oltre a essere limitato non esclude un collegamento con la Covid-19 asintomatica.
  • Inoltre gli stessi autori considerano i vaccini a mRNA fondamentali.

Analisi

Le condivisioni sullo studio della Spike nel cervello si presentano con la seguente didascalia:

I RICERCATORI GIAPPONESI SONO RIUSCITI A RILEVARE LA PROTEINA SPIKE NELLE ARTERIE CEREBRALI DI PERSONE MORTE PER ICTUS FINO A 17 MESI DOPO LA VACCINAZIONE.
METTONO IN GUARDIA CON URGENZA SULLA SICUREZZA A LUNGO TERMINE DELLE SOSTANZE A mRNA

Spike nel cervello dovute ai vaccini?

Le condivisioni riportano lo screen di un articolo tratto dal sito Web di lingua tedesca Tkp, tradotto automaticamente in italiano con lo strumento di Google. La narrazione sulla Spike nel cervello reca la firma di Thomas Oysmüller. La fonte è uno studio dei ricercatori della clinica Teishinkai di Sapporo, i quali «hanno esaminato il tessuto cerebrale di pazienti deceduti per ictus emorragico tra gennaio 2020 e marzo 2025».

Il problema è che la ricerca in oggetto, per come la illustrano gli autori non può dimostrare niente di definitivo. Si tratta di una ricerca retrospettiva svolta su un campione troppo piccolo: 19 corpi di pazienti deceduti per ictus cerebrale tra il 2023 e il 2024. Inoltre presenta fattori confondenti. «L’anamnesi vaccinale e lo stato di infezione da SARS-CoV-2 sono stati documentati per tutti i casi». Inoltre, «l’espressione della proteina spike è stata rilevata nel 43,8% dei pazienti vaccinati». Inoltre gli autori ammettono che «non si possa escludere del tutto la possibilità che l’espressione della proteina spike sia dovuta a un’infezione asintomatica da SARS-CoV-2». Ma sono gli stessi ricercatori a invitare alla prudenza.

I limiti dello studio

Nel paragrafo in cui si elencano i limiti dei risultati sulle Spike nel cervello, leggiamo in particolare che il metodo utilizzato potrebbe essere troppo sensibile, impedendo di rilevare infezioni asintomatiche pregresse, che spiegherebbero meglio i dati:

«In particolare – continuano gli autori -, la proteina del nucleocapside è risultata costantemente negativa in tutti i casi, a supporto dell’ipotesi che il nostro metodo di ibridazione in situ abbia un’elevata sensibilità e possa rilevare tracce di mRNA, probabilmente a indicare infezioni asintomatiche non riconosciute. Questi risultati sottolineano la necessità di cautela nell’interpretare la presenza della proteina spike come esclusivamente correlata al vaccino».

Del resto nelle conclusioni definitive dello studio si ricorda che i vaccini a mRNA rimangono «uno strumento fondamentale contro la COVID-19», e si ipotizzano rari eventi avversi a lungo termine che loro non si riesce a collegare ai vaccini nello studio in oggetto.

Conclusioni

Abbiamo visto che nessuno studio dimostra sul serio un collegamento tra Spike nel cervello e vaccini a mRNA, né accerta conseguenti eventi avversi, che sarebbero comunque più probabili se ci si ammala di Covid-19 senza vaccinarsi. Tanto che gli stessi autori definiscono la vaccinazione uno strumento fondamentale contro la malattia.

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