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Se Putin venisse in Italia non sarebbe arrestato? Il caso del mandato di cattura dell’Aja «bloccato» dal ministro Nordio. La precisazione del ministero

24 Aprile 2025 - 11:49 Ugo Milano
Vladimir Putin
Vladimir Putin
Il provvedimento non sarebbe mai stato trasmesso alla Procura generale di Roma dal ministero della Giustizia, secondo il Corriere della Sera. Così l'Italia avrebbe deciso di non rendere esecutivo il mandato della Corte dell'Aja per crimini di guerra contro il presidente russo. Ma secondo il ministero, per eseguire il mandato il presidente russo deve prima transitare per l'Italia

Il presidente russo Vladimir Putin non sarà presente ai funerali di Papa Francesco. Al suo posto. a rappresentare Mosca ci sarà la ministra della Cultura Olga Lyubimova. Elemento che, tra gli altri, potrebbe aver avuto un peso sulla decisione è che sul presidente pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Tuttavia, per Putin non ci sarebbe stato alcun arresto in vista. L’Italia, infatti, ha bloccato l’esecuzione non perché non lo possa eseguire, ma perché avrebbe scelto di non farlo. È quanto rivelato dal Corriere della Sera, secondo cui il provvedimento emesso il 17 marzo 2023 per crimini di guerra, in particolare la deportazione illegale di bambini ucraini, non è mai stato trasmesso alla Procura generale di Roma dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. La Procura non ha quindi potuto inoltrarlo alla Corte d’Appello per renderlo operativo. Il fascicolo giace ancora negli uffici del ministero, trasformato in un documento privo di effetto giuridico.

I precedenti con Netanyahu, Almasri (e non solo)

D’altronde, il caso Putin non è isolato. La medesima scelta è stata fatta anche rispetto al mandato della Cpi nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, accusato dei crimini di guerra commessi a Gaza. Stessa sorte anche per il generale Osama Najeem Almasri. Fermato a Roma a gennaio 2024, venne scarcerato dopo due giorni e riportato in patria con un volo di Stato. In quel caso, Nordio non rispose alle richieste dei magistrati tutto si è trasformato in un’omissione di atti d’ufficio. Oltre a Putin, ci sono altri alti ufficiali russi destinatari di mandati d’arresto: la commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, l’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu, il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, e i generali Kobylash e Sokolov, tutti accusati di crimini legati alla guerra in Ucraina. Anche per loro, nessun provvedimento esecutivo è stato avviato in Italia.

La precisazione del ministro Carlo Nordio

«Quanto riportato stamani da alcuni quotidiani italiani è totalmente destituito di fondamento perché il Presidente russo Vladimir Putin, nei cui confronti vi è una richiesta della Corte penale internazionale, non è mai transitato in territorio italiano né mai si è avuta notizia che fosse in procinto di farvi ingresso. La presenza della persona o il suo imminente ingresso nel territorio dello Stato sono, infatti condizioni essenziali per i provvedimenti conseguenti».

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