Chi è Massimiliano Strappetti, l’infermiere «angelo custode» di Papa Francesco: l’operazione «segreta» nel 2021, lo strappo per l’Urbi et Orbi e l’ultimo saluto


L’ultimo saluto Papa Francesco lo ha riservato a lui, il suo «angelo custode». Un cenno con la mano e parole di ringraziamento per Massimiliano Strappetti, 54 anni, l’infermiere personale del pontefice che dal 2022 ha seguito come un’ombra Bergoglio condividendo con lui anche la stanza da letto negli ultimi giorni prima della morte, all’alba del 21 aprile. È stato lui che, nel 2021, convinse Papa Francesco a sottoporsi a un intervento chirurgico e che Bergoglio definì «l’uomo che mi ha salvato la vita». È stato sempre lui a insistere per il ricovero del pontefice, quei 38 giorni passati tra febbraio e marzo al Policlinico Gemelli per un affaticamento polmonare. E sempre Strappetti, durante la domenica di Pasqua, ha concesso a Papa Bergoglio quell’ultima passerella tra i 50mila fedeli sul sagrato della Basilica di San Pietro. Oltre a questo, su chi sia Massimiliano Strappetti si sa poco o nulla.
Chi è Massimiliano Strappetti: il servizio a tre pontefici, il ruolo “ad hoc” e i viaggi a Napoli
Una lunga carriera nel settore sanitario, per lo più proprio nello Stato vaticano. Massimiliano Strappetti, 54enne, parte dal reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli. Da lì varca il confine con il Vaticano nel 2002 ed entra a far parte molto giovane dell’equipe medica di tre pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Nel 2021 la svolta: consiglia a Bergoglio di sottoporsi a un’operazione per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, indirizzandolo al professor Sergio Alfieri, responsabile del reparto di Chirurgia digestiva al Gemelli. L’intervento viene portato a termine nel segreto più assoluto, ma Strappetti guadagna la fiducia piena del pontefice. Nell’agosto 2022, si legge in un bollettino della Sala stampa vaticana, il Santo padre nomina il «Sig. Massimiliano Strappetti, Infermiere Coordinatore della Direzione di Sanità ed Igiene, Suo Assistente Sanitario Personale». Un ruolo che fino a quel momento non esisteva. Oltre il nome, l’età e alcuni flash della sua vita lavorativa? Quasi nulla. Sui social media solo qualche scatto con la compagna Barbara Curci e con i figli, qualche immagine che ne tradisce la fede (calcistica) per la Lazio e i ricordi di qualche scappatella nei weekend e nelle vacanze estive. Tra le mete preferite Napoli.

La concessione per l’Urbi et Orbi e il ringraziamento di Papa Francesco
Si arriva poi al 2025. Al ricovero del pontefice al Gemelli, chiesto apertamente da Strappetti stesso. Alla convalescenza negli appartamenti di Casa Santa Marta, dove Papa Francesco era seguito 24 ore su 24 dal suo assistente sanitario personale. Come una promessa eterna – «nella salute e nella malattia» – Massimiliano Strappetti è al fianco di Bergoglio anche durante la benedizione Urbi et Orbi del 20 aprile, la domenica di Pasqua. Il giorno prima entrambi vanno a San Pietro per studiare il percorso da fare il giorno dopo. Poi il bagno di folla con la papamobile, uno strappo alla rigorosa convalescenza per cui Papa Francesco avrebbe apertamente ringraziato il suo infermiere in uno dei suoi ultimi momenti di lucidità: «Grazie per avermi portato in piazza». Poi il riposo pomeridiano, la cena e l’ultimo risveglio.

La morte di Papa Francesco e l’ultimo saluto a Strappetti
La sveglia alle 5.30 di lunedì 21 aprile, poco dopo le prime avvisaglie di un malore e l’intervento di Strappetti e degli altri infermieri. L’assistente personale chiama il professor Alfieri: «Il Santo Padre sta molto male, dobbiamo tornare al Gemelli». Il Policlinico è in preallerta, Alfieri si precipita negli appartamenti pontifici. «Il Papa aveva gli occhi aperti, non rispondeva agli stimoli, nemmeno quelli dolorosi. In quel momento ho capito che non c’era più nulla da fare, era in coma», ha raccontato al Corriere lo stesso Alfieri. Intorno alle 6.30, qualche minuto prima di entrare in coma nel suo letto a Casa Santa Marta, il pontefice si rivolge a Massimiliano Strappetti: «Un gesto di saluto con la mano». Rinunciano a trasferirlo al Policlinico, è lo stesso assistente sanitario che lo concede: «Strappetti sapeva che il Papa voleva morire a casa, quando eravamo al Gemelli lo diceva sempre». Dopo pochi minuti, Papa Francesco muore.