Partiti in volo i primi corvi: «Papa quello? Ha problemi di salute». Primi bersagli: Parolin e Sarah. Ma è un’arma a doppio taglio


Sono già partiti i corvi che in Vaticano da sempre nidificano con una certa facilità, riproducendosi di papato in papato. Così già da martedì si sono levati in volo sopra San Pietro con un solo obiettivo: il Conclave. Fra i loro artigli la berretta portata via dalla testa di un papabile, grazie a qualche gracchiata lasciata nei posti che contano. Da qualche giorno i corvi hanno volato in alcune importanti redazioni giornalistiche lasciando cadere lì: «quel cardinale non ce la può fare ad essere eletto. Non si sa molto in giro, ma da tempo è ammalato e non reggerebbe il pesantissimo incarico». Non una novità di queste ore. Un classico da secoli.
Parolin nel mirino per un intervento del 2020, Sarah per uno del 2021

Nelle prime ore la voce stridula ha avuto un obiettivo principale: il segretario di Stato uscente, Pietro Parolin. «Sta poco bene, non ce la può fare», è il messaggio iniziato a girare vorticosamente non appena il cardinale è sembrato nella rosa ristretta dei “papabili”. Il riferimento a dire il vero è un pizzico datato: un intervento alla prostata fatto nel 2020, cinque anni fa. Non c’è stato in tempi recenti segno alcuno di un ritorno del male, e Parolin è sembrato più che mai attivo proprio negli ultimi giorni. Ma la stessa voce, per un intervento in reparto di urologia nel 2021, ha cominciato a diffondersi per il cardinale africano Robert Sarah. Temuto come uno dei leader del fronte conservatore e tradizionalista all’interno del collegio dei cardinali elettori.
Arma a doppio taglio la salute. Se il Conclave è bloccato, la fragilità aiuta il candidato

Voleranno altri corvi con nuovi messaggi nelle proprie ore, ma l’operazione malandrina ha un rischio non secondario di trasformarsi in un boomerang. Se nelle discussioni cardinalizie emergessero candidature forti e fin dall’inizio talmente appoggiate da essere in grado di farcela in poche votazioni, allora sì il corvo con i suoi sospetti su una fragilità fisica potrebbe danneggiare il prescelto. Ma se al contrario il candidato forte non esce né da un gruppo né da un altro e nessuno avesse i voti di partenza, allora un cardinale molto anziano, e poco in salute, insomma fragile e non destinato a durare a lungo acquisterebbe molte chance di essere eletto. Piuttosto che dare al mondo l’impressione di eccessiva divisione e tempi troppo lunghi del conclave, meglio eleggere uno che duri poco. Un calcolo già fatto in passato. Ma non sempre azzeccato…