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Approvato il Documento di finanza pubblica. L’opposizione attacca: «Testo inutile e senza visione»

24 Aprile 2025 - 21:37 Sofia Spagnoli
Giorgetti soddisfatto per approvazione dpb
Giorgetti soddisfatto per approvazione dpb
Con i cinque giorni di lutto nazionale, il rischio di un ingorgo parlamentare era concreto. Il Dfp deve essere trasmesso a Bruxelles entro il 30 aprile. Soddisfatto Giorgetti

Via libera da Camera e Senato alla risoluzione di maggioranza sul Documento di finanza pubblica (Dfp) per il 2025, che porta con sè il quadro macroeconomico tendenziale dell’anno in corso e che ha sostituito il vecchio Documento di Economia e finanza (Def). La Camera ha approvato il testo con 176 voti a favore, 103 contrari e 4 astenuti, mentre il Senato con 88 sì, 58 no e un astenuto. Le altre sei risoluzioni presentate dall’opposizione sono state precluse. Obiettivo raggiunto per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che si dice «soddisfatto per il risultato» ma «rammaricato» per non essere stato presente in Aula perché impegnato a Washington ai lavori del Fondo Monetario. Giorgetti, dall’altra parte del mondo, avrà sicuramente tirato un sospiro di sollievo: i tempi per approvare il Dfp erano strettissimi, e con i cinque giorni di lutto nazionale per la morte del Papa, il rischio di un ingorgo parlamentare era concreto. Il Dfp, infatti, deve essere trasmesso a Bruxelles entro il 30 aprile. Alla fine, il governo ce l’ha fatta sul filo di lana, ma non senza polemiche. «L’impresa del governo? Riuscire a presentare un Documento di finanza pubblica… senza numeri», ironizza Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, dagli scranni della Camera. Ma le critiche sono andate ben oltre il semplice sarcasmo.

Previsioni di crescita del Pil al ribasso

Uno dei punti più critici del Dfp riguarda la percentuale di crescita del Pil per quest’anno, che è stata rivista allo 0,6%. Una cifra dimezzata rispetto alle previsioni d’autunno, in un contesto internazionale profondamente mutato e sottoposto praticamente ogni giorno a volatilità e incertezza. Durante l’audizione della scorsa settimana, il ministro Giorgetti aveva specificato che dal triennio 2026-2028 «il Pil reale è previsto in aumento dello 0,8 per cento in media annuale, supportato principalmente dalla domanda interna». E non ha escluso che, se le trattative sui dazi prenderanno la giusta piega, le stime oggi estremamente prudenziali potrebbero essere riviste al rialzo.

Gli impegni chiesti al governo

Nelle risoluzioni, i partiti mettono nero su bianco gli impegni chiesti al governo in vista della prossima legge di bilancio. Innanzitutto «rispettare il percorso di spesa netta», indicato nel Piano strutturale di bilancio e stabilito dalle regole europee. Poi «perseguire l’implementazione delle riforme e degli investimenti», in particolare degli enti locali nella rigenerazione urbana, per ridurre emarginazione e degrado sociale. Terzo, su un tema delicato come quello della sanità e sul quale FdI, FI e Lega convergono, «valutare di adottare misure di sostegno per la prevenzione per migliorare lo stato di salute della popolazione ed in particolare l’immunizzazione e lo screening».

Spesa per la Difesa

Nessun riferimento, invece sulle spese per la difesa, per le quali Giorgetti ha già specificato di non voler ricorrere per il momento alla clausola di salvaguardia europea e tantomeno ad un scostamento di bilancio. Nell’audizione della scorsa settimana aveva detto: «Riteniamo corretto e opportuno attendere il vertice Nato di giugno per valutare l’orientamento generale». La prudenza è massima anche se Meloni a Trump ha assicurato che il 2% del Pil sarà impegnato in questo capitolo.

Famiglia e giovani

Nella risoluzione presentata dalla maggioranza alla Camera è contenuto un punto in più, dedicato ai giovani e alla famiglia. Nel testo si chiede al governo di «valutare l’implementazione di ulteriori misure a sostegno delle politiche giovanili e familiari, con un’attenzione particolare alla crisi demografica, al supporto alla maternità e paternità, e alla promozione della conciliazione tra vita familiare e lavorativa».

Le critiche dell’opposizione

Nonostante gli scranni parlamentari fossero praticamente vuoti oggi, alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, l’opposizione non ha perso occasione per farsi sentire, in entrambe le Camere. Al Senato, il Partito democratico ha definito il Documento di finanza pubblica «fumoso», «senza visione» e persino «illegittimo», secondo quanto denunciato da Francesco Boccia, che ha sottolineato come il Dfp «non esista ancora nella normativa contabile vigente». Azione lo ha bollato come «minimalista», il Movimento 5 Stelle lo ha definito «lontano dal Paese reale», mentre Alleanza Verdi e Sinistra lo ha criticato come «riduttivo ed evasivo». Matteo Renzi, infine, ha ironizzato sull’assenza del ministro durante la discussione su un documento che, a suo dire, «non conta» nemmeno per il ministro.

Calenda: «Non c’è un’idea di Paese»

«Questo documento è totalmente insussistente, non è attuale, prevede una crescita inutile, è del tutto evidente che questo documento non esiste», ha commentato il leader e senatore di Azione Carlo Calenda durante le dichiarazioni di voto. «Non è vero che non riconosciamo niente, riconosco una disciplina sull’austerità straordinaria – e aggiunge – Il problema oggi non è riconoscere che avete tenuto i conti in ordine, lo avete fatto, il punto è che qui dentro non c’è una idea del Paese»