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Corte di Appello dell’Aja: «Riesaminare i mandati di arresto per Netanyahu e Gallant»

24 Aprile 2025 - 20:29 Ugo Milano
La Corte ha deciso di rinviare ai giudici di primo grado, che dovranno esaminare nuovamente la questione centrale: se la Cpi abbia effettivamente giurisdizione sul caso

La questione della competenza giurisdizionale sui mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant dovrà essere riesaminata. Lo ha stabilito oggi – giovedì 24 aprile – la Corte d’Appello della Corte penale internazionale dell’Aja. I mandati di arresto a loro carico restano in vigore, ma la Corte ha deciso di rinviare ai giudici di primo grado che dovranno esaminare nuovamente la questione centrale. Ovvero: se la Cpi abbia effettivamente giurisdizione sul caso, tenendo conto del fatto che Israele non ha firmato lo Statuto di Roma, base legale dell’attività della Corte.

Le accuse della Cpi

La Corte penale internazionale, accogliendo le richieste del procuratore generale Karim Khan, aveva emesso i due mandati di arresto il 21 novembre scorso. Secondo le indagini della procura dell’Aja, sarebbero i responsabili di crimini di guerra per la conduzione del conflitto sulla Striscia di Gaza, con i bombardamenti iniziati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. La Camera preliminare I della Corte dell’Aja aveva spiccato i mandati «per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024», giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto, «per un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza».

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