Il cardinale Pizzaballa e quel «lontano cugino» che faceva il portiere dell’Atalanta: «Se diventa Papa gli regalo la mia figurina introvabile»


C’è una figurina dei calciatori introvabile che collega una ex leggenda dell’Atalanta con uno dei candidati al soglio vaticano, che Papa Francesco ha lasciato vuoto a partire dallo scorso 21 aprile. A dire il vero sono molti altri i fili rossi che uniscono un cardinale e un portierone. A partire dal cognome, Pizzaballa, e dal primo nome, Pier. E poi la Bassa Bergamasca, dove entrambi sono cresciuti prima di prendere strade diametralmente opposte: uno tra i pali rettangolari di una porta di calcio, l’altro patriarca di Gerusalemme. La parentela, per ora, è solo un’ipotesi. Lo ha confermato lo stesso Pier Luigi Pizzaballa – quello dell’Atalanta, oggi 85enne – in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: «Può essere che i nostri padri fossero cugini alla lontana». E ora, a legare i due Pizzaballa, c’è una promessa solenne: «Se diventa Papa? Magari stavolta gli regalo la figurina».
Il primo incontro tra i due e l’albero genealogico dei Pizzaballa
I due si conoscono di nome, anche perché è lo stesso. Si sono visti per la prima volta di persona solo qualche anno fa: «Era a Bergamo per una conferenza e abbiamo fatto una chiacchierata. La prima cosa che mi ha detto è stata: “Finalmente conosco il vero Pizzaballa”», ha raccontato ridendo l’ex portiere della Dea. Ma se un indizio non fa una prova, quando sono tre o quattro iniziano a sorgere le domande: «Mio padre era originario di Spriano, un paesino attaccato a Cologno al Serio, dove è cresciuto Pierbattista. Può essere che abbia avuto un legame di parentela con il papà del cardinale. Probabilmente erano cugini alla lontana, non ne siamo sicuri».
La figurina introvabile e la promessa al cardinale Pizzaballa
Una certezza, però, Pier Luigi Pizzaballa ce l’ha: «Neppure lui ha mai trovato la mia figurina». Anche perché di quelle originali ce n’è solo più una, conservata gelosamente dall’ex numero 1. E le uniche copie in circolazione le ha distribuite lui: «Grazie a questo famoso caso ho conosciuto i dirigenti della Panini che me ne hanno fornite un po’. Le regalo ai bambini delle scuole calcio». Anche se un’eccezione – per quella originale – potrebbe farla se il suo quasi omonimo diventasse Papa: «Magari gliela regalo. Non è un caso se sono diventato portiere grazie a un prete».