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I primi cento giorni di Trump? «Caotici e spaventosi». I dazi fanno crollare la popolarità del presidente Usa – Il sondaggio

26 Aprile 2025 - 12:03 Bruno Gaetani
donald trump sondaggio primi 100 giorni new york times
donald trump sondaggio primi 100 giorni new york times
Secondo l'ultima rilevazione del New York Times, il 54% degli elettori ritiene che Trump abbia agito superando i poteri che gli sono concessi dalla Costituzione

«Caotici» e «Spaventosi». Sono questi i due aggettivi più scelti dagli americani per descrivere i (quasi) primi cento giorni di Donald Trump alla Casa Bianca. L’ultimo sondaggio commissionato dal New York Times mostra una crescente disaffezione degli elettori statunitensi per l’operato del loro presidente, in particolare per quanto riguarda i suoi ripetuti tentativi di ampliare i poteri esecutivi ai danni di giudici, governatori statali e società civile. A tre mesi dal suo ritorno a Washington, Trump ha un indice di approvazione del 42%. Una percentuale, fa notare il New York Times, insolitamente bassa, soprattutto se si considera che i primi mesi alla Casa Bianca coincidono in genere con una «luna di miele» tra il presidente e i suoi elettori.

L’opinione pubblica boccia la guerra dei dazi

A far storcere il naso agli americani non è solo la smania di potere di Trump, che con la sua raffica di ordini esecutivi ha avviato un vero e proprio braccio di ferro con il potere giudiziario, ma anche – se non soprattutto – le sue politiche economiche. Soltanto il 43% del campione intervistato nel sondaggio ha un’opinione favorevole di come la Casa Bianca ha gestito l’economia americana nei primi tre mesi dell’anno. Se si parla espressamente di dazi, poi, il malcontento si allarga ulteriormente. Il 55% degli elettori, scrive il New York Times, si oppone alla guerra commerciale scatenata da Trump, che ha causato peraltro un terremoto sui mercati finanziari in tutto il mondo.

La svolta autoritaria e i timori degli americani

Ma a preoccupare, come detto, non sono solo le politiche economiche. Per la maggior parte degli americani (il 54%), Trump ha agito «superando i poteri a sua disposizione». In particolare, sull’applicazione ferrea delle nuove leggi sull’immigrazione (che hanno portato, tra le altre cose, all’espulsione di bambini di cittadinanza statunitense) e sui licenziamenti di massa del personale federale su consiglio del Doge, il neonato dipartimento per l’efficienza governativa gestito da Elon Musk. Non la vedono allo stesso modo gli elettori più radicali del partito repubblicano. Il 40% di loro crede, infatti, che il presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere libero di fare tutto ciò che ritiene opportuno, anche se ciò potrebbe richiedergli di andare al di là dei poteri che la Costituzione gli attribuisce. Soltanto l’8% degli elettori repubblicani afferma che le azioni di Trump rappresentano «una minaccia unica per il nostro sistema di governo».

Foto copertina: EPA/Jim Lo Scalzo | Il presidente americano Donald Trump

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