Ultime notizie 25 aprileDonald TrumpPapa Francesco
ATTUALITÀLazioMassoneriaPapa FrancescoRoma

Le 150 delegazioni, il pienone di rappresentanti italiani e quel Gelli (figlio di Licio) a nome del Nicaragua: tutti i big per il saluto a Francesco

26 Aprile 2025 - 12:46 Renato Gabrieli
cardinali entrano chiesa san pietro
cardinali entrano chiesa san pietro
Solo san Giovanni Paolo II ha avuto un numero di delegazioni maggiore, di poco. Ecco i presenti e i grandi assenti in piazza San Pietro

Papa Francesco ha voluto cambiare le modalità dei funerali del vescovo di Roma per rendere più evidente che sono quelli di un pastore di anime e non di un sovrano. Comunque alle sue esequie hanno assistito quasi 150 delegazioni ufficiali di altrettanti Paesi, oltre a quelle degli organismi internazionali. Un numero imponente che sfiora la cifra record registrata nel 2005 con la morte di san Giovanni Paolo II. In quel caso infatti le nazioni rappresentate furono circa 160. Arrivando anche da Paesi con cui la Santa Sede non aveva, e non ha ancora, rapporti diplomatici, come l’Afghanistan (dove non governavano i talebani), dall’Arabia saudita (presente anche oggi), dalla Somalia o dal lontano sultanato del Brunei.

Presenza ingombrante di Donald Trump

Questa volta ad egemonizzare l’attenzione mediatica ci ha pensato l’ingombrante presenza di Donald Trump. Ma nel 2005 arrivarono a Roma il presidente in carica George Bush jr, con i predecessori Bill Clinton e George Bush padre (a loro si aggiunse pure la Segretario di Stato Condoleezza Rice). I tre arrivarono omaggiarono insieme il feretro di Giovanni Paolo II, mentre oggi in piazza c’era anche Joe Biden, giunto però separatamente dal suo successore. Anche venti anni fa Vladimir Putin (al suo secondo mandato presidenziale) non venne, ma inviò il primo ministro, oggi invece ha mandato la ministra della cultura.

I rapporti con Israele sono cambiati

Per Giovanni Paolo II Israele e Iran furono rappresentati al massimo livello dai rispettivi presidenti, Moshe Katsav e Mohammad Khatami. Oggi in piazza c’erano l’ambasciatore dello Stato ebraico per Tel Aviv e il ministro per cultura per Teheran. Venti anni fa la delegazione della Turchia era guidata dal primo ministro Recep Erdogan, che ora, da capo dello stato, ha inviato il presidente dell’Assemblea nazionale. Complessivamente comunque è rimasto sostanzialmente invariato il numero di capi di stato (una cinquantina) e le teste coronate (una dozzina) che hanno partecipato alle esequie dei due pontefici. Tre sovrani (il re di Svezia Carlo XVI Gustavo, quello del Lesotho in Africa Letsie III e il Granduca di Lussemburgo Enrico) e un presidente (il brasiliano Inácio Lula) hanno assistito ad entrambi i funerali. Lula è giunto con la più giovane nuova consorte Rosangela “Janja”, sposata dopo la morte della “primera dama” Marisa Leticia che lo accompagnò nel 2005.

La Cina è stata la grande assente

Ora come allora sono arrivati anche il presidente francese, l’erede al trono col primo ministro britannico, il presidente col cancelliere tedesco, come anche i ruoli apicali dell’Unione Europea e dell’Onu. Ora come allora nessuna delegazione è giunta da Pechino. Nel 2005 sul sagrato di San Pietro arrivò il direttore generale della Fao Jacques Diouf, questa volta però il suo successore, il cinese Qu Dongyu (che pure è stato ricevuto in udienza più volte dal Papa Francesco) non si è fatto vedere, e il suo posto è stato preso dal direttore generale aggiunto Maurizio Martina.

La delegazione del Nicaragua rappresentata dal figlio di Gelli

Nel 2005 dal Nicaragua arrivò il capo dello stato Enrique José Bolaños. Ora che il regime socialista del presidente Daniel Ortega ha interrotto i rapporti diplomatici con il Vaticano, Managua viene rappresentata dall’ambasciatore nicaraguense in Spagna, Maurizio Gelli, figlio di Licio, ferreo anticomunista e indimenticato maestro venerabile della P2. Nella lista delle rappresentanze anticipata dal Vaticano sono registrate due “delegazioni extra”. Quella del Kosovo, che la Santa Sede non riconosce ancora come Stato, e quella del Vietnam che con la Santa Sede ha un rapporto singolare. Nel 2023 infatti è stato siglato l’Accordo sulla presenza ad Hanoi di un “rappresentante pontificio residente”, nonostante non siano ancora stati allacciati i rapporti diplomatici.

Gli italiani sempre di più: il doppio dell’addio a Giovanni Paolo II

Infine la delegazione italiana. Nel 2005 era composta da 11 persone: il presidente Carlo Azeglio Ciampi e donna Franca, il premier Silvio Berlusconi e il vice Gianfranco Fini, i presidenti di Camera e Senato – Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera -, il presidente della Consulta Piero Alberto Capotosti, e inoltre, dal Quirinale, il segretario generale Gaetano Gifuni, il consigliere diplomatico Antonio Puri Purini e il consigliere coordinatore Gianfranco Mazzuoli. Nel gennaio 2023 ai funerali del papa emerito Benedetto XVI la delegazione italiana (unica presente insieme a quella tedesca) salì a 18 membri. Oltre alle più alte cariche dello Stato (Sergio Mattarella con la figlia Laura, la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, la presidente della Consulta Silvana Sciarra) parteciparono il vicepremier Antonio Tajani con il sottosegretario Alfredo Mantovano, il segretario generale Ugo Zampetti e il consigliere diplomatico Fabio Cassese dal Quirinale, e poi i segretari generali di Palazzo Chigi (Carlo Deodato), Camera (Fabrizio Castaldi), Senato (Elisabetta Serafin) e Consulta (Umberto Zingales), il segretario generale (Ettore Sequi) e il capo di gabinetto (Francesco Genuardi) della Farnesina, a questi si aggiungevano l’ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Di Nitto e il capo del cerimoniale diplomatico Bruno Pasquino. Questa volta il numero è ulteriormente lievitato a 22. Oltre ai subentri nei ruoli (Giovanni Amoroso al posto della Sciarra, Federico Toniato al posto della Serafin, Riccardo Guariglia al posto di Sequi), e all’assenza di Genuardi, vanno segnalate le aggiunte del vicepremier Matteo Salvini, del Consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Fabrizio Saggio, del capo segreteria della premier Patrizia Scurti, del Capo del Cerimoniale del Quirinale Cinzia Raimondi, e del Capo del Cerimoniale di Stato Francesco Piazza.

leggi anche