«Lascialo, sono meglio io per te»: perché Andrea Longo ha ucciso Chiara Spatola e Simone Sorrentino a Volvera


«Lascialo, sono meglio io per te». Alla base del duplice omicidio e suicidio di Volvera non c’erano liti condominiali ma un’ossessione. Quella di Andrea Longo, 34 anni, nei confronti di Chiara Spatola, 28. Che però era fidanzata da tempo con il 23enne Simone Sorrentino. E proprio a causa del vicino molesto aveva deciso di lasciare quella casa. Autotrasportatore lombardo con precedenti per rapina e porto abusivo di armi, a febbraio si era trasferito da Saronno in provincia di Varese. Andando ad abitare nel cascinale ristrutturato in cui viveva la coppia. «Avevo una figlia bellissima, anzi due figli bellissimi, perché Simone era diventato di famiglia. E me li ha portati via, senza un motivo, senza una ragione», dice Maria Teresa Demartino, madre di Chiara.
La fonderia
La 28enne aveva lavorato come parrucchiera e poi nella carrozzeria del padre. Poi era stata assunta nella fonderia di Beinasco dove è impiegata anche mamma Teresa. E dove Simone era caporeparto. Il 23enne di Piossasco si era trasferito a casa sua. Poi l’arrivo di Longo e l’inizio dei problemi. Il vicino si lamentava per i rumori, bussava alla porta, protestava per le auto che entravano e uscivano dal cortile. A Chiara aveva detto: «Lascia quel ragazzino e mettiti con me, che sono un uomo vero». I due avevano deciso di trasferirsi a Rivalta, a 10 chilometri di distanza. «Non l’ho mai visto, ma mi raccontavano delle sue prepotenze. Si era anche invaghito di lei, ma Chiara non gli ha mai dato confidenza. Giovedì pomeriggio mi ha mandato il suo ultimo messaggio “mamma c’è un’ambulanza, speriamo che lo portino via”. Invece l’hanno lasciato lì», dice ancora la madre.
Il 118
Intorno alle 18 Andrea Longo aveva chiamato un’ambulanza. Sosteneva di avere difficoltà a respirare. Nella casa di via XXIV Maggio è arrivata un’équipe sanitaria che ha riscontrato una «crisi respiratoria» dovuta a stati di ansia. Dopo un’assistenza nella ventilazione l’ambulanza è tornata in ospedale. Nel frattempo i due fidanzati erano in un negozio di Orbassano per scegliere le piastrelle della nuova casa. Un testimone li ha visti entrare nel cortile alle 19,50 e probabilmente l’assassino li stava aspettando. Con un coltello da sub dalla lama di 30 centimetri. Prima ha colpito Simone in cucina all’altezza dell’occhio sinistro. Poi ha continuato. Li ha raggiunti in cortile e li ha uccisi con due coltellate alla schiena e allo sterno. Infine si è tagliato la gola.
Teresa Demartino
La madre di Chiara Spatola racconta a Repubblica che «Simone lavora nella mia ditta, ho subito visto che era un ragazzo puro, speciale. Chiara lavorava nella carrozzeria del padre, poi un anno fa è stata assunta da noi. Si sono piaciuti subito. Adesso stavano costruendo la loro futura casa». Longo aspettava Chiara «sotto casa, un giorno le aveva persino detto di lasciare Simone. Ma lei non voleva saperne nulla di questa persona, aveva deciso di non salutarlo più. Ne aveva anche parlato con la proprietaria di casa che gli aveva affittato l’appartamento».
Poi l’omicidio: «Finito il mio turno di lavoro sono tornata a casa, ho aperto Facebook e ho letto che in via XXIV maggio erano morti in tre. Chiara non mi rispondeva, allora mi sono precipitata lì. Speravo non fosse casa loro. Perché il 118 non l’ha portato via se era in quelle condizioni? Ho anche sentito dire che i sanitari avevano notato il coltello da sub, lo teneva poggiato sul divano. Chiara era bella dentro e fuori. Adesso non mi resta più niente, questo mostro me li ha portati via tutti e due».