Regionali in Campania, De Luca non c’è ma la destra litiga: i possibili nomi in campo e perché c’è chi vuole il rinvio


Le elezioni regionali si avvicinano e la Campania entra nel vivo della sfida politica. Chiusa definitivamente la porta a un terzo mandato per Vincenzo De Luca dopo il verdetto della Corte costituzionale, si apre ora la corsa alla successione. La data delle elezioni non è stata ancora fissata dal Governo, ma dovrebbe cadere entro l’autunno, anche se De Luca guarda a Nord, con strategico interesse. L’interesse è per il Veneto di Luca Zaia, e per la legge elettorale che consente di votare in primavera. Una norma al momento sotto la lente giuridica, perché si scontra con la legge nazionale che impone di votare alla scadenza naturale dei cinque anni di legislatura. In attesa di conferme certe, le tensioni sul candidato da mettere in campo si fanno sentire da entrambi i fronti. A sinistra, il Campo largo cerca di definirsi, stretto tra l’ombra lunga di De Luca e l’imbarazzo di un Partito Democratico che vuole voltare pagina mantenendo il primato sulla Regione. A destra, invece, il centrodestra cavalca l’onda dei successi elettorali, ma non riesce a mettersi d’accordo sul nome da schierare.
Diluire la sconfitta
Un rinvio, quello della data dell’elezione, che potrebbe fare comodo a molti. Soprattutto al centrodestra. In prospettiva nazionale, sfasare le date del voto regionale potrebbe tornare utile per diluire l’impatto di un’eventuale sconfitta. Perché, delle sei regioni chiamate alle urne, almeno tre sembrano già orientate verso una vittoria del centrosinistra, ovvero Toscana, Marche (sebbene il governo uscente sia di centrodestra), Puglia. Ma tornerebbe comodo anche perché, per alcuni candidati, conviene mandare un po’ avanti l’orologio delle elezioni per sistemare alcune questioni aziendali prima di ufficializzare la discesa in campo.
Il candidato di punta
Chi avrebbe bisogno di tempo è Antonio D’Amato, candidato di punta per Forza Italia, anche se da lui ancora non è arrivata la conferma. «Sta frequentando gli ambienti di Forza Italia, viene alle convention, ma non ha ancora dato la propria disponibilità – fanno sapere ad Open – è pienamente riconosciuto tra gli azzurri, Berlusconi voleva farlo candidare già alle Regionali nel 2000», raccontano. Ma D’Amato, imprenditore di lungo corso, ex presidente di Confindustria, e proprietario del colosso Seda International Packaging Group – leader mondiale negli imballaggi alimentari con stabilimenti in Italia, Regno Unito, Germania, Portogallo e Stati Uniti – ha bisogno di tempo. Ha già avviato un complesso piano di successione aziendale, che richiederà «almeno un paio d’anni per essere completato», fanno sapere. Spostare l’appuntamento con le urne alla primavera 2026 gli concederebbe un po’ più di margine per mettere ordine negli assetti societari. E poi D’Amato sarebbe un civico, la soluzione vincente secondo Antonio Tajani. «Il candidato non deve essere un politico. Se politicizziamo troppo la sfida, facciamo un favore alla sinistra: il miglior candidato deve essere un civico».
L’incognita Piantedosi
Il suo nome era già uscito negli scorsi mesi, creando tensioni nella maggioranza: Matteo Piantedosi, attuale ministro dell’Interno, nato a Napoli. Lui ha smentito più volte l’ipotesi di una sua candidatura: «Assolutamente no», ha risposto a chi gli chiedeva se fosse disponibile. Anche perché scendere in campo per le regionali, significa lasciare un posto vuoto al Viminale, che sicuramente tenterebbe di accaparrarsi Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, non ha mai nascosto il suo interesse per il Ministero dell’Interno, ribadito anche durante l’ultima convention del partito tenutasi a Firenze.
Ipotesi Gasparri
Ma negli ambienti di FI era affiorato un altro nome, quello di Maurizio Gasparri, storico volto del partito, nato a Roma ma di origini campane «Un nome di cui si è parlato», fanno sapere.
I candidati di Lega e FdI
Più definiti i volti, invece nel partito del Carroccio e per Fratelli d’Italia. Hanno già ufficializzato la loro candidatura Gianpiero Zinzi ed Edmondo Cirielli. Il primo, tra le fila della Lega, deputato casertano, ex consigliere regionale, è già stato presentato ufficialmente in una convention a Napoli. Cirielli, invece, è viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha confermato la disponibilità ma attende il via libera dagli alti vertici del partito.
Scontri in FdI?
Il clima però a destra, nonostante la presenza al governo più che stabile, è teso. Secondo alcuni a pesare, ci sarebbe in corso una sorta di inimicizia, di antipatia, tra Cirielli, e a un altro nome a cui si è pensato negli ambienti di Fratelli d’Italia, quello di Giosy Romano, avvocato ed esperto in politiche di sviluppo industriale, coordinatore unico della Zes Unica per il Sud Italia, espressione di Raffaele Fitto. Che però avrebbe rapporti tesi proprio con Cirielli.