Smartphone e tablet, dal 20 giugno arriva l’etichetta Ue. Batteria, danni, cadute: ecco cosa sapremo fin dall’acquisto


A partire dal 20 giugno, gli smartphone e i tablet venduti all’interno dell’Unione europea dovranno avere un’etichetta di efficienza energetica, sulla falsariga di quanto già avviene per gli elettrodomestici. La novità riguarderà la stragrande maggioranza dei prodotti sul mercato, perché sarà obbligatoria per smartphone, telefoni cordless per uso domestico, tablet (con schermo compreso tra i 7 e i 17,4 pollici) e feature phone (cellulari utilizzati solo per telefonare e inviare sms, senza accesso a internet). Sono esclusi, invece, dall’obbligo di etichettatura gli smartphone e i tablet con schermi flessibili (per esempio quelli srotolabili) e i cosiddetti tablet computer, quelli a cui può essere collegata una tastiera e che utilizzano un sistema operativo simile a quello di un pc.
Come funziona la nuova etichetta Ue
La nuova etichetta, che si applicherà agli smartphone e ai tablet immessi sul mercato a partire dal 20 giugno prossimo, dovrà contenere informazioni non solo sull’efficienza energetica, ma anche sulla durata della batteria, sulla protezione da polvere e acqua, sulla resistenza alle cadute accidentali. Per la prima volta, inoltre, un prodotto immesso sul mercato dell’Unione europea dovrà riportare un punteggio di «riparabilità», così da far capire ai consumatori fin dalla fase di acquisto quanto sarà facile o meno riparare il prodotto qualora si dovesse danneggiare. Riassumendo, l’etichetta europea di efficienza energetica per smartphone e tablet conterrà sette informazioni essenziali:
- La scala delle diverse classi di efficienza energetica per quel genere di prodotto (dalla A alla G)
- La classe di efficienza energetica del prodotto specifico
- La durata di un ciclo di batteria (in ore e minuti)
- Il grado di affidabilità in caduta libera ripetuta
- La durata della batteria in cicli.
- Il grado di riparabilità
- Il grado di protezione dall’acqua

I nuovi requisiti per smartphone e tablet
Assieme alla nuova etichetta, il 20 giugno scattano anche i nuovi requisiti previsti dal regolamento sull’«ecodesign», approvato ad aprile dello scorso anno, che punta a incentivare le aziende a costruire prodotti più efficienti, durevoli e facili da riparare. Un esempio? La batteria degli smartphone dovrà supportare almeno 800 cicli di carica e scarica mantenendo almeno l’80% della capacità iniziale. I produttori, inoltre, dovranno assicurare la disponibilità degli aggiornamenti del sistema operativo per periodi più lunghi rispetto a quanto avviene oggi. In più, dovranno permettere l’accesso non discriminatorio ai riparatori professionisti per qualsiasi tipo di sofware e firmware.
Il diritto alla riparazione
Le aziende che producono smartphone e tablet dovranno anche essere in grado di fornire pezzi di ricambio essenziali entro un massimo di dieci giorni lavorativi. Si tratta, di fatto, di un primo tentativo di rendere operativo il cosiddetto «diritto alla riparazione», ossia la possibilità di provvedere in autonomia alla sostituzione di parti difettose dei dispositivi elettronici senza dover essere costretti a rivolgersi ai servizi offerti dai produttori stessi.
Foto copertina: EPA/Sarah Yenesel