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Conclave, il cardinale Müller e il nuovo Papa che «deve contrastare le lobby gay»

28 Aprile 2025 - 05:49 Alba Romano
Gerhard Ludwig Müller nuovo papa conclave
Gerhard Ludwig Müller nuovo papa conclave
Il teologo tedesco vicino a Ratzinger: «La forza della Chiesa è nella verità, non nei compromessi»

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller è un arcivescovo e teologo tedesco. Esponente conservatore del Conclave, è stato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 2002, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Ratisbona. Favorevole alla messa in latino, Müller viene visto come uno dei porporati «ratzingeriani» ma è stato creato cardinale da Papa Francesco. Ha presieduto anche la pontificia Commissione biblica. E oggi in due intervista a La Stampa e al Giornale dice che la Chiesa «non deve diventare una Ong» e il nuovo Papa deve «contrastare le lobby ideologiche e di potere, compresa quella gay».

Chi è Gerhard Ludwig Müller

77 anni, teologo, allievo di Benedetto XVI e suo successore alla guida della Congregazione, non ha avuto il rinnovo del mandato di Prefetto. Oggi dice che «la forza della Chiesa è nella verità, non nei compromessi». Per questo il nuovo papa, spiega a Domenico Agasso, «deve avere una solida formazione teologica e dottrinale, essere equilibrato, né autoritario né debole, fermo, ma capace di rispetto verso gli altri. Non deve essere troppo autoritario: è parte del collegio dei vescovi, resta un vescovo, il vescovo di Roma. I vescovi non sono suoi delegati, ma suoi fratelli nell’apostolato. Il papa deve agire secondo la definizione data dal Concilio Vaticano I e ribadita e sottolineata dal Vaticano II: non è un solitario che comanda sulla Chiesa, ha la specificità di essere il principio di unità tra vescovi, sacerdoti e fedeli».

Francesco e la benedizione delle coppie omosessuali

Il cardinale tedesco nega di aver criticato Francesco sulla benedizione delle coppie omosessuali: o «Ho semplicemente risposto ad alcune domande di fedeli su questi temi. La dottrina non è proprietà del papa, dei vescovi o dei fedeli: deve essere conforme alla Parola di Gesù, nessuno può modificarla». E spiega: «Se Gesù dice che il matrimonio è fra un uomo e una donna ed è indissolubile, nessun papa può cambiare questa dottrina. Le lobby omosessuali vogliono equiparare al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso, ma questo contraddice totalmente la dottrina della Bibbia. Si può discutere della pastorale concreta, individuale, verso le singole persone, per guidarle alla vita cristiana, ma non accettare l’ideologia gender, che è contraria alla dottrina della Chiesa».

Le questioni dottrinali

A Francesco Boezi Müller spiega che le questioni dottrinali come la comunione ai divorziati risposati e l’Islam «non sono aperte. Poiché l’insegnamento della Chiesa, che risulta dalla rivelazione di Dio fondata sulla sacra scrittura e sull’insegnamento continuo della Chiesa, è chiaro ed evidente. L’autorità magisteriale della Chiesa ha il dovere, in nome di Dio, di smascherare le ideologie atee che si fondano su una falsa immagine dell’umanità e di proteggere le persone dagli effetti devastanti di una falsa morale che ha nascosto il suo veleno in una veste dolce. Ma si tratta di aiutare pastoralmente e personalmente le persone con difficoltà esistenziali, come farebbe Gesù, il buon pastore, a trovare la buona strada che ci conduce alla salvezza in Dio. Il dialogo interreligioso è subordinato alla verità che viene da Dio e che gli uomini cercano, ma non relativizza la verità né la divide tra i singoli partner come pezzi di una torta».

Il rischio-scisma

Infine, il cardinale parla del rischio-scisma: «Uno scisma è sempre un evento storico di enorme portata. Ma così come esiste una “emigrazione interiore”, esiste anche uno “scisma interiore”, un’emigrazione interiore o una protesta silenziosa. Il magistero ha il compito di confermare i fedeli nella fede rivelata e vincolante della Chiesa. Vanno evitate funzioni ideologiche sostitutive nei confronti dell’autentico insegnamento del Vangelo, fondato sulla sacra scrittura e sulla tradizione apostolica. Questo va evitato anche quando si presenta con il pretesto della modernizzazione, che in realtà è solo una falsificazione modernista della fede».

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