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Gli ordini esecutivi, lo scontro con Zelensky, la voglia di Groenlandia e tanto altro. I primi 100 giorni del nuovo Trump – Video

Il presidente statunitense taglia il primo traguardo di questo secondo mandato, ecco cosa è successo finora

Dalle mire imperialistiche sulla Groenlandia alla ridenominazione del Golfo del Messico in Golfo d’America, dal surreale video AI sul futuro di Gaza allo scontro con Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale, passando per la guerra dei dazi e le deportazioni di migranti in catene. Sono passati 100 giorni da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca e, per dirla con le parole del New York Times, «non ci sono mai stati cento giorni così». Nelle prime settimane del suo secondo mandato, il presidente repubblicano si è mosso con una velocità e una vis polemica ancora più dirompente di quanto avvenne nel 2016.

Il record di ordini esecutivi

Da quando è tornato a Washington, Trump ha ordinato un numero record di ordini esecutivi e ha annunciato riforme che, se approvate, stravolgerebbero la politica americana. Sul fronte commerciale, la Casa Bianca ha prima imposto dazi su tutto il resto del mondo – alleati inclusi – salvo poi concentrarsi in uno scontro frontale, combattuto colpo su colpo, contro la Cina di Xi Jinping. La stretta sull’immigrazione, cavalcata in campagna elettorale, si è rivelata ancora più dura del previsto, con decine di aerei dell’esercito americano che si sono alzati in volo per riportare i migranti irregolari – e, a volte, anche persone arrestate per sbaglio – nei rispettivi Paesi di origine.

I rapporti con l’ordine giudiziario

Trump ha avviato un vero e proprio braccio di ferro con il potere giudiziario. Numerosi provvedimenti adottati nel suo primo giorno a Washington sono stati sospesi dai tribunali federali, arrivando in alcuni casi a coinvolgere addirittura la Corte Suprema, come accaduto per l’ordine esecutivo attraverso cui Trump aveva abolito lo ius soli. Il sodalizio con Elon Musk, piazzato a dirigere il neonato Doge (Dipartimento per l’efficienza governativa) sembra destinato a durare meno del previsto, con gli investitori di Tesla che hanno invitato caldamente l’imprenditore a tenersi alla larga dalla politica e tornare a occuparsi delle sue aziende.

Il silenzio dell’opposizione

Al caos di questi primi cento giorni non è corrisposto un vero movimento di protesta organizzato dal partito democratico, uscito sconfitto dalle ultime elezioni e finito in minoranza sia alla Camera che al Senato. Due le eccezioni: il movimento «50501», nato in modo spontaneo dalla società civile, e il tour «anti-oligarchia» di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, punti di riferimento dell’ala progressista, che da settimane girano gli Stati Uniti e organizzano eventi con decine di migliaia di supporter anche nelle contee più conservatrici. I sondaggi, d’altronde, sembrano confermare una certa disaffezione per Trump, alle prese con un’indice di gradimento in caduta libera e tra i più bassi mai registrati dai presidenti americani dopo i primi cento giorni di mandato.

(video a cura di Alessandra Mancini)

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