L’Ungheria esce dalla Corte penale internazionale. Salvini applaude Orbán: «Scelta di sovranità e coraggio»


Il Parlamento ungherese ha votato questa mattina per l’uscita di Budapest dalla Corte penale internazionale, formalizzando così la decisione annunciata nelle scorse settimane dal governo di Viktor Orbán. «Con questa decisione, ci rifiutiamo di far parte di un’istituzione politicizzata che ha perso la sua imparzialità e credibilità», tuona su X il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó. La Corte con sede all’Aja, che negli ultimi anni ha spiccato mandati di arresto anche contro Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, è sotto attacco da mesi da parte dei governi di Usa e Israele (Paesi non aderenti), che l’accusano, appunto, di prendere iniziative politiche piuttosto che giuridiche. Netanyahu e i suoi ministri l’hanno accusata a più riprese anche esplicitamente di antisemitismo. Ora alla mossa dell’Ungheria, primo Paese europeo a rompere il fronte pro-Cpi, è il vicepremier e stretto alleato di Orbán Matteo Salvini. «Scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio», commenta su X il leader della Lega.