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«Io aggredito, ho sparato per difesa»: la versione di Salvatore Calvaruso sulla strage di Monreale

salvatore calvaruso strage monreale
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I testimoni lo smentiscono: la rissa con i caschi è successiva alla sparatoria. Il furto del motorino e l'aiuto di una decina di complici. Si cerca l'altro che ha sparato

Salvatore Calvaruso dice di aver sparato per difendersi. Dopo aver subito un’aggressione. Ma i video girati tra i tavoli del bar Caffetteria 365 in via D’Acquisto a due passi dal Duomo di Monreale lo smentiscono. Così come i testimoni. Che parlano di un diverbio tra giovani per le moto ad alta velocità in piazza. Poi di una rissa. E infine dei “ferri” tirati fuori dai palermitani dello Zen. Mentre il filmato che mostra la rissa con i caschi sarebbe successivo alla sparatoria. La persona che si vede perdere il controllo dello scooter mentre viene colpita è proprio Calvaruso. Che poi scappa abbandonando il mezzo. E va a casa dell’amico che glielo aveva prestato dicendogli di denunciarne il furto. E aggiungendo: «Ho fatto un macello».

«Sono stato aggredito e ho reagito sparando»

«Sono stato aggredito e ho reagito sparando… mi dispiace, chiedo perdono», ha detto Calvaruso nell’interrogatorio di garanzia prima di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il 19enne sostiene di aver sparato perché era stato colpito mentre cercava di sparare. Una versione che cozza con quella dei testimoni. Anche di quelli su TikTok. Un utente ieri ha pubblicato sul social network la sua versione dei fatti. Raccontando che una delle vittime, Andrea Miceli, aveva invitato il cugino Salvatore Turdo a scusarsi. Ma «alla fine i palermitani sono tornati e hanno preso “i ferri”, (le pistole) iniziando a sparare. Salvo mi è morto tra le braccia. Aveva una ferita al collo, mi chiedeva aiuto e io non sapevo cosa fare».

Le foto e i video spariti

Dai social sono invece spariti foto e video dei giovani dello Zen con pistole e fucili a pompa. Di solito corredati da canzoni neomelodiche e messaggi «ai fratelli carcerati», in quella che il Corriere della Sera definisce una «camorrizzazione» di un quartiere ad alta densità mafiosa. Sullo scooter che viene preso a Calvaruso è stato poi trasportato uno dei feriti in ospedale. Il gruppo dei palermitani era composto da dieci persone. Cinque sono state coinvolte nella rissa. Un altro giovane aveva una pistola e ha aperto il fuoco. Calvaruso è difeso dall’avvocato Corrado Sinatra. Il giudice deciderà oggi sulla convalida e sulla misura cautelare. Secondo la ricostruzione dei carabinieri tutto inizia con Calvaruso che sfreccia a tutta velocità davanti al pub e rischia di investire Salvatore Turdo.

La ricostruzione

«Salvo, che era testa calda, gli ha detto: attento che ci sono anche i bambini». Il giovane scendendo dallo scooter gli risponde: «Tu chi m. sei». Andrea Miceli fa da paciere con il cugino: Chiedigli scusa che ci stiamo divertendo tutti». Ma a quel punto uno dei monrealesi viene colpito da un casco. E parte la lite. Con i monrealesi che hanno la meglio, ma per poco: «Erano con i volti e le teste insanguinate. Alla fine i palermitani sono tornati e hanno preso “ i ferri”, ( le pistole ndr) e hanno iniziato a sparare». Una ditta specializzata è stata incaricata di cercare le pistole nei boschi di Monreale. Venti i bossoli ritrovati in via Benedetto d’Acquisto. Calvaruso scappa dopo aver scaricato l’intero caricatore. Poi lo tira su un amico e insieme fuggono verso Palermo.

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