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Israele bombarda ancora la Siria: 5 morti. Il biasimo di Kaja Kallas (Ue): «Attacchi inutili, aggravano la situazione»

25 Marzo 2025 - 10:52 Antonio Di Noto
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Nel frattempo, secondo quanto riportano il Guardian e il Financial Times, prosegue la messa a punto dei piani di Israele per rimuovere i palestinesi da Gaza e occupare la striscia

Israele torna a bombardare la Siria. L’esercito di Tel Aviv ha affermato su X di aver effettuato nuovi attacchi contro due basi militari nel Paese mediorientale, nei pressi della città di Palmira, nota anche come Tadmor, sede di un importante sito archeologico risalente all’impero romano. «Abbiamo colpito le capacità militari rimaste nelle basi siriane di Tadmur e T4», hanno affermato le Idf, riferendosi ai due siti in un’area 50 chilometri a ovest della città. Nel corso degli attacchi sono morte cinque persone. L’esercito israeliano, dal crollo del regime di Assad ha sferrato centinaia di attacchi sulla Siria sostenendo di «continuare ad agire per rimuovere qualsiasi minaccia ai cittadini dello Stato». Gli attacchi odierni seguono quelli condotti venerdì scorso sulle stesse basi.

Kaja Kallas: «Così Israele provoca escalation»

Nel frattempo, la situazione nella regione desta preoccupazione anche a livello internazionale. Durante una visita a Gerusalemme, l’Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, ha espresso timori rispetto a un’escalation. «Questi attacchi sono inutili e rischiano di aggravare ulteriormente la situazione. La Siria, al momento, non sta attaccando Israele, e queste azioni alimentano una maggiore radicalizzazione» ha dichiarato Kallas. Israele ha più volte giustificato le operazioni in Siria sostenendo di voler impedire che armi finiscano nelle mani di gruppi jihadisti.

Il piano di Israele per rimuovere i palestinesi da Gaza

Intanto, secondo quanto riporta il Guardian, Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato la proposta del ministro della difesa del Paese, Israel Katz, di istituire una nuova amministrazione all’interno del suo dipartimento incaricata di consentire ai palestinesi di lasciare «volontariamente» Gaza. Secondo quanto reso noto dall’ufficio di Katz, l’amministrazione dovrebbe «preparare e consentire un passaggio sicuro e controllato dei residenti di Gaza per la loro partenza volontaria verso paesi terzi, anche rendendo sicuri i loro spostamenti, stabilendo percorsi di spostamento, controllando i pedoni agli attraversamenti designati nella Striscia di Gaza, nonché coordinando la fornitura di infrastrutture che consentano il passaggio via terra, mare e aria verso i paesi di destinazione».

Il piano di Israele per occupare la striscia di Gaza

Nelle stesso ore, il Financial Times riporta che Israele starebbe valutando un piano per riprendere il controllo e amministrare direttamente la Striscia di Gaza. La possibilità di un’occupazione militare – evidenzia la testata britannica – viene considerata con maggiore serietà dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. In particolare dopo l’ipotesi espressa dal presidente americano di togliere Gaza ai propri abitanti, e trasformarla in una località turistica di lusso sul Mediterraneo. Un funzionario israeliano, citato dal quotidiano britannico in forma anonima, ha dichiarato: «La precedente amministrazione voleva che ponessimo fine alla guerra. Trump vuole che la vinciamo». Un alto ufficiale della riserva militare ha inoltre riferito di essere stato allertato in vista di mesi di «combattimenti, vittoria e poi amministrazione». Il piano prevedrebbe il trasferimento degli oltre 2,3 milioni di abitanti di Gaza nella piccola area costiera di al-Mawasi, definita da Israele come una «zona umanitaria».

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