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Crossroads

Dalla Via Francigena all’Alta Via dei Walser, dai Sacri Monti al Glorioso Rimpatrio dei Valdesi, così il Piemonte cura lo sguardo e lo spirito.

In questa puntata di Crossroads voglio portarti lungo le vie spirituali del Piemonte – concrete e simboliche - per scoprire come la lentezza del cammino possa rigenerarci. In questi mesi prendere aerei e treni per andare in luoghi lontani è sempre più difficile. Fermarsi è diventata una condizione dello spirito, oltre che un obbligo. Per questo, decidere di intraprendere un cammino è una buona opportunità per guardarsi dentro: un passo alla volta, lungo le incredibili tratte naturalistiche e culturali del Piemonte, possiamo esplorare le comunità che le abitano e tutelano. E, perché no, riscoprire noi stessi.

Il Piemonte conta 4 tappe dell’antica Via Francigena (che avrai anche sentito chiamare “Francisca” o “Romea”), la strada che dal territorio piemontese ai confini con la Francia per secoli ha portato i pellegrini fino a Roma (e da lì alla Terra Santa). Un cammino che dal Piemonte continua attraversando tutta l’Italia in 88 tappe.

Questa antica via, che è stata riscoperta negli anni ’70 e recuperata per lunghi tratti, oggi viene percorsa annualmente da centinaia di persone, credenti e non. La storia di questo cammino me l’ha raccontata Alberto Conte che, con il suo Movimento Lento, ha per anni accompagnato adulti e bambini in questo viaggio spirituale.

“A me piace pensare che i pellegrini si mettessero in cammino anche per spirito di avventura…”

Ma oltre a conoscere la storia delle origini della Via Francigena, è toccante poter scoprire le storie di chi l’ha percorsa e delle motivazioni che hanno spinto i pellegrini ad intraprendere il percorso. E’ anche per questo che nel 2015 il documentarista Fabio Dipinto ha camminato per sei settimane lungo la Via Francigena per raccontare la storia di chi, come lui, pensa che le gambe siano il miglior mezzo di trasporto.
(Video per gentile concessione di Fabio Dipinto)

In Piemonte potrai trovare e visitare anche sette dei nove Sacri Monti tra Piemonte e Lombardia, un complesso di santuari, cappelle e altri elementi architettonici dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2003, eretti tra il XV e il XVIII secolo come luoghi di devozione e preghiera alternativi alla Terra Santa, al tempo poco sicura per i pellegrini.

“Sono luoghi straordinari per contesto naturalistico e per valore artistico,” mi racconta Elisabetta Sgarbi, neo-presidente dell’Ente dei Sacri Monti. “Sono dei veri e propri tesori, in cui è possibile condurre un viaggio non solo artistico ma anche spirituale. E dicendo spirituale non intendendo soltanto l’aspetto religioso. Spirituale nel senso di capace di produrre un cambiamento profondo in chi visita questi luoghi”.

“Sono delle piccole città, delle costruzioni architettoniche che necessitano di una tutela straordinaria,” dice Sgarbi. Io sono andata personalmente a visitarne due, quello di Orta e quello di Varallo, che è il primo Sacro Monte ad essere stato costruito e forse il più maestoso e importante per dimensione e pregio artistico delle opere. Mi hanno accompagnato nella visita un frate custode del santuario e uno storico dell’arte.
(Video per gentile concessione dell’ente dei Sacri Monti)

Salendo ancora un po’, oltre le alture dalle quali i Sacri Monti dominano il paesaggio, lungo l’Alta Via dei Walser si arriva alle falde del Monte Rosa.

Un percorso naturalistico, paesaggistico e storico attraverso il quale comprendere la storia dei Walser, la popolazione di origine germanica che si è insediata nelle zone più elevate del Piemonte (stiamo parlando di più di 2.000 metri dal livello del mare).

Lorena Chiara, dell'Ufficio Turistico di Alagna (uno dei sei comuni Walser della Valsesia, che ha scelto come slogan “una quiete antica protetta dalla seconda vetta d’Europa”), mi ha raccontato la storia di questa comunità. “L’Alta Via permette di conoscere gli agglomerati Walser di fondazione medievale, tutti ben distribuiti lungo un sentiero che a mezza costa collega Selveglio, Oro, Ca’ Vescovo, Rabernardo, Selletto, Cambiaveto, le Piane fino alla Peccia. Un mondo sospeso dove l’architettura delle case in legno si sposa con una natura incontaminata.”

Qui ho conosciuto anche Sofia Cairo, la giovane discendente di una famiglia Walser, che mi ha raccontato le sue origini: il paesino di Alagna e cosa vuol dire per lei essere Walser. Abbiamo parlato anche dell’antica lingua Titsch, dei costumi tradizionali e dello spirito di comunità.

Il Piemonte è fra le regioni d’Italia con il più alto numero di siti ebraici ancora conservati, mi racconta Baruch Lampronti, museografo e rappresentante della Comunità Ebraica di Torino. Baruch si occupa di organizzare itinerari e visite per chi vuole scoprire i siti nella loro interezza e ricchezza culturale.

Dalle dodici sinagoghe ai venti cimiteri ebraici—lungo questo itinerario guidato si possono scoprire le testimonianze artistiche e religiose più rappresentative di un’intera comunità.

“Sono dei beni che vanno letti in continuità l’uno con l’altro...” mi spiega Lampronti.
(Video per gentile concessione della Comunità Ebraica di Torino)

Il Piemonte è anche il territorio che, nel 1685, alla revoca dell’Editto di Nantes da parte del Re di Francia Luigi XIV, ha visto la comunità valdese del Piemonte in fuga verso i Paesi europei protestanti, alla ricerca di salvezza e rifugio dalle persecuzioni religiose. Il cammino verso l’esilio oggi è conosciuto come la Strada dei Valdesi e degli Ugonotti. Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa dal 2013, questo percorso si sviluppa da Saluzzo, (e da Poët-Laval nella Drôme per la parte Francese), attraversa la Svizzera e finisce a Bad Karlshafen in Assia, Germania.

Per la Comunità Valdese italiana, percorrere questa tratta ogni anno nell’anniversario dell’evento ha un profondo significato storico. Nel 1689 i loro antenati, infatti, intrapresero il cammino da Ginevra a Bobbio Pellice per far ritorno in patria e riprendere possesso delle loro valli: questa epica marcia è il Glorioso Rimpatrio dei Valdesi.

Oggi il percorso complessivo, di circa 2000 chilometri, è un itinerario internazionale che permette a centinaia di persone d’immergersi nell’eredità culturale di questa comunità e in tutta la bellezza naturale e paesaggistica della zona. Me l’ha raccontato Davide Rosso, Direttore della Fondazione Centro Culturale Valdese.

In questa regione così melting-pot di comunità culturali e religiose i cinque cammini dei quali ti ho parlato rappresentano cinque percorsi verso esperienze diverse: religiose e spirituali, storiche e culturali, che uniscono la bellezza della natura e dell’arte. Adesso tocca a te scegliere su quale strada avviarti!

Se ti interessa saperne di più, ecco la mappa di Crossroad di questa puntata. Per percorrere la Via Francigena, segui qui. Per scoprire il Cammino dei Sacri Monti, questa è la tratta. Qui il percorso dell’Alta Via dei Walser. Qui puoi scoprire le gemme nascoste della comunità ebraica piemontese. E infine qui puoi conoscere l’eredità culturale dei Valdesi in Piemonte.

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Supervision: Francesca Simili
Production: Sofia Quaglia

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