Matteo Salvini
Chi è Matteo Salvini?
Matteo Salvini è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier del governo Meloni dal 22 ottobre 2022. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti, già ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio insieme a Luigi di Maio nel governo Conte I, Salvini è stato eletto segretario federale della Lega nel dicembre 2013, per poi essere riconfermato nel maggio 2017. Nel 2019 svolge un ruolo cruciale nell’aprire la crisi di governo giallo-verde, determinando l’uscita della Lega dalla maggioranza e provocando la caduta dell’esecutivo. Quindi, il ritorno alla tradizionale alleanza di centrodestra e il passaggio all’opposizione al nuovo governo Conte II. Nel 2018, il partito da lui guidato ha preso parte al governo Draghi, di unità nazionale, appoggiato da quasi tutti i partiti presenti nel Parlamento ad eccezione di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Gli inizi
Nato a Milano il 9 marzo 1973, Salvini non si è mai laureato. Frequenta il liceo statale Alessandro Manzoni del capoluogo lombardo, dove si diploma nel 1992. Nel 1990 si iscrive alla Lega Nord, per poi diventare membro del Movimento Giovani Padani e coordinatore degli studenti leghisti. Ma è nel 1993 che inizia la sua carriera politica, quando viene eletto consigliere comunale nella sua città, Milano. Carica, questa, che ha mantenuto fino al 2018. In questi anni, lavora come cronista per il quotidiano La Padania e per l’emittente radiofonica legata al partito, Radio Padania Libera: esperienze che l’hanno portato nel 2003 a entrare nell’albo dei giornalisti professionisti. Nel 2004 diventa europarlamentare; 4 anni dopo, nel 2008, fa il suo ingresso in Parlamento, eletto alla Camera dei Deputati. Con la rielezione al Parlamento europeo del 2009, Salvini decide di lasciare Montecitorio per tornare a Bruxelles. Manterrà lo scranno all’Europarlamento anche dopo la rielezione nel 2014.
Le elezioni politiche del 2018
Alle elezioni politiche del 2018, la coalizione di centrodestra – formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi con l’Italia – conquista il 37% dei voti, con la Lega che raggiunge la storica percentuale del 17%. Eletto senatore con il proporzionale in Calabria, Salvini rassegna le dimissioni da europarlamentare. Tuttavia, la percentuale di voti ottenuti alle politiche di quell’anno è ben lontana dall’assicurare alla coalizione di centrodestra le condizioni per la governabilità del Paese. Dopo mesi di tentativi falliti, false partenze e trattative, la Lega sigla infine l’accordo «populista» con il Movimento Cinque Stelle, che aveva vinto le elezioni con il il 32%, sancendo, così, la nascita del governo giallo-verde. Il ruolo da ministro dell’Interno, nonché vicepremier, gli dà la possibilità (e il palcoscenico) per tradurre in fatti il suo cavallo di battaglia preferito: il contrasto all’immigrazione irregolare, con l’approvazione dei contestati decreti sicurezza o decreti Salvini e la lotta senza quartiere all’azione in mare delle Ong.
I consensi per la Lega crescono a dismisura, per lo meno nei sondaggi. E Salvini nasconde a fatica la sua smania di tramutarli in voti reali, salendo direttamente a Palazzo Chigi. Dal 2018 in poi Salvini ha affiancato alla vecchia Lega Nord un “nuovo” partito, la Lega per Salvini Premier, rinunciando al tema dell’indipendentismo padano e alla parola Nord nel simbolo. Alle elezioni europee del 2019, la Lega ottiene un altro record storico. Nonostante l’affluenza in calo rispetto alla precedente tornata elettorale, il partito di Salvini raggiunge il 34% dei voti, ottenendo 28 dei 73 seggi al Parlamento europeo. Nell’estate 2019, al culmine di liti crescenti con il premier Conte e i partner di governo M5s, Salvini tenta l’affondo scommettendo sulle elezioni anticipate per passare all’incasso. La Lega presenta una mozione di sfiducia per Giuseppe Conte, che il 20 agosto si presenta in Parlamento e rimette il mandato di presidente del Consiglio dei Ministri, sfidando però Salvini, seduto al suo fianco, umiliato senza la possibilità di replicare. L’esecutivo resta in carica fino al 5 settembre dello stesso anno, quando – dopo una manovra a sorpresa guidata da Matteo Renzi e Beppe Grillo – nasce il governo Conte II che vede alleati M5s, Pd e sinistra.
Le elezioni europee e il governo Draghi
Passato all’opposizione, Salvini attacca costantemente le azioni del governo guidato dal suo ex alleato Conte, la cui missione principale, e drammatica, diventa dal febbraio 2020 la gestione della pandemia da coronavirus. Dopo le prime settimane di unità di fronte alla catastrofe sanitaria, Salvini dà voce alle richieste di cittadini e imprenditori che chiedono riaperture, e flirta con il mondo no-vax rifiutandosi a lungo di dichiarare se intenda sottoporsi alla vaccinazione. Dopo la caduta del governo Conte II, a febbraio 2021, arriva a palazzo Chigi Mario Draghi su indicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sostenuto da una maggioranza allargata a quasi tutti i partiti presenti in Parlamento, Lega inclusa. Un anno e mezzo dopo, Salvini sarà però tra i leader politici – insieme a Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte – a contribuire più vivacemente a indebolire Draghi alzando la voce su un numero crescente di dossier considerati critici. Sino alla caduta dell’esecutivo di unità nazionale a luglio 2022. Alle elezioni per il rinnovo del Parlamento del 25 settembre 2022, il centrodestra risulta come da pronostico vincitore. Le percentuali di voto ottenute dalla Lega sono però in calo, con appena il 9% dei voti. Salvini viene eletto senatore e nominato, infine, ministro delle Infrastrutture e vicepremier nel governo guidato da Giorgia Meloni.
Testo di Alessandra Mancini