Diego Armando Maradona

DIEGO ARMANDO MARADONAAnsa | Diego Armando Maradona, Buenos Aires (Argentina) 30 ottobre 1960 – 25 novembre 2020

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10 date per la costruzione di un mito: così il Pelusa è diventato Maradona

Diego Armando Maradona con la maglia del Boca JuniorsAnsa | Diego Armando Maradona con la maglia del Boca Juniors


Anche chi non segue il calcio sa che Diego Armando Maradona è stato il più grande numero 10 dell’era moderna e l’eroe del riscatto per la città di Napoli e l’Argentina intera. Un uomo generoso, controverso e indomabile. Un campione immenso, unico e irripetibile. Maradona è la gioia istintiva del gioco. Questa è la storia di un genio assoluto che da Villa Fiorito è salito sul tetto del mondo.

I geni si misurano per la loro opera, non per come hanno vissuto: la sua è stata unica.

Jorge Valdano

Il provino

Diego Armando Maradona con la maglia delle Cebollitas dell'Argentinos Juniors
Ansa | Diego Armando Maradona con la maglia delle “Cebollitas” dell’Argentinos Juniors

Il 5 dicembre 1970 a Buenos Aires piove a dirotto. Diego Armando Maradona e il suo amico del cuore, Goyo Carrizo, partecipano a un provino per far parte delle Cebollitas, la selezione giovanile dell’Argentinos Juniors, ma fango e pozzanghere sono ovunque e la palla non ne vuole sapere di rimbalzare. L’allenatore Francisco Cornejo, colui che passerà alla storia come lo scopritore di Maradona, chiede ai bambini di palleggiare per poterne valutare i fondamentali tecnici. Diego è il più minuto del gruppo ma non perde mai il controllo della sfera. La colpisce con qualsiasi parte del corpo, senza mai farla cadere. Cornejo si avvicina a quel ragazzino di etnia guaraní che tutti chiamano semplicemente Pelusa, per via della folta capigliatura, e gli chiede i documenti. Sospetta di trovarsi di fronte a un nano. Diego ha 10 anni ed è in grado di palleggiare persino mentre sale le scale di casa. Da quel giorno le Cebollitas dominano i tornei giovanili della capitale argentina con una striscia positiva di 136 partite consecutive senza sconfitte. La leggenda ha inizio.

L’esordio nel calcio professionistico

Hugo Gatti e Diego Armando Maradona prima di un Boca Juniors - Argentinos Juniors del 1980
Ansa | Hugo Gatti e Diego Armando Maradona prima di un Boca Juniors – Argentinos Juniors del 1980

Maradona fa il suo esordio nel campionato argentino di prima divisione il 20 ottobre 1976 nel secondo tempo dell’incontro tra l’Argentinos Juniors e il Talleres. Indossa la maglia numero 16 e mancano dieci giorni al suo sedicesimo compleanno. Meno di un mese dopo arrivano i primi due gol contro il San Lorenzo. In breve tempo Diego si inserisce in prima squadra in pianta stabile, indossa la camiseta numero 10 e comincia a stupire tutti con le sue giocate funamboliche. Punta gli avversari e li salta come birilli. Da fermo inventa parabole imprendibili. Il suo gioco si basa su una rapidità di riflessi felina, tecnica individuale e visione periferica sono fuori dal comune. Madre Natura gli ha dato una mano: il baricentro basso gli permette di resistere alle rigide marcature sudamericane e mantenere il possesso del pallone anche nelle situazioni di equilibrio precario. Il primo tocco è magnetico e sempre orientato alla preparazione della giocata successiva. Con il primo passo, fulmineo e potente, si lancia in repentini cambi di direzione a velocità supersonica. La creatività di Maradona mette in crisi le linee difensive avversarie costrette a inseguirlo sistematicamente con un tempo di gioco di ritardo.

Il calcio è il gioco dell’inganno, fai finta di andare da una parte e invece vai dall’altra.

Diego Armando Maradona

Al terzo campionato da professionista Maradona inizia a segnare con una continuità disarmante per un ragazzo della sua età. Nel 1978, a soli 18 anni, diventa il più giovane capocannoniere nella storia del calcio argentino con un bottino di 22 gol, di cui uno con un tiro scagliato dal cerchio di centrocampo. In tre parole: decide le partite. Se ti riesce a quell’età, il mondo comincia a guardarti con occhi diversi. I tifosi dell’Argentinos Juniors percepiscono che sta accadendo qualcosa di unico e si accalcano sugli spalti de La Paternal per godersi le giocate del prodigio spuntato dal nulla di Villa Fiorito. Anche nelle quattro stagioni successive Maradona si aggiudica la classifica marcatori della Primera División. Con i Bichos Colorados mette a referto complessivamente 116 gol in 146 presenze. L’Argentinos Juniors si classifica al secondo posto nel Campionato Metropolitano 1980, il miglior risultato del club dal 1931. Nel 1979 e nel 1980 la stampa specializzata assegna a Maradona il Pallone d’oro sudamericano, il premio che spetta al miglior giocatore del continente. I media di tutto il mondo iniziano a paragonare Diego a Pelé.

Una stagione con la maglia del Boca prima del trasferimento in Europa

Diego Armando Maradona in azione con la maglia del Boca Juniors nel 1981
Ansa | Diego Armando Maradona in azione con la maglia del Boca Juniors nel 1981

Ormai si parla di Maradona ovunque, ovviamente anche in Europa. Barcellona e Juventus provano ad acquistarlo ma a spuntarla è il Boca Juniors, la sua squadra del cuore e di papà Don Diego. Debutta il 22 febbraio 1981, ancora una volta contro il Talleres, vincendo 4 a 1. Salta quattro turni di campionato per un infortunio muscolare ma al rientro timbra 28 gol in 40 partite e conduce gli Xeneizes al trionfo nel Campionato Metropolitano di Apertura. In maglia azul y oro Maradona trascorre una sola stagione. È arrivato il momento di spiccare il volo. Il presidente del Boca, Martin Benito Noel, non dispone delle risorse finanziarie necessarie per riscattarlo dall’Argentinos Juniors e tra le due società inizia una battaglia legale. Si inseriscono i dirigenti del Barcellona che intuiscono di poter chiudere l’affare. In cambio di 12 milioni di dollari e svariati bonus Maradona attraversa l’Oceano e si trasferisce in Europa.

L’arrivo a Napoli

La presentazione di Diego Armando Maradona allo stadio San Paolo di Napoli, 5 luglio 1984
Ansa | La presentazione di Diego Armando Maradona allo stadio San Paolo di Napoli, 5 luglio 1984

Maradona viene presentato ufficialmente a Napoli il 5 luglio 1984. Lo stadio San Paolo è gremito in ogni ordine di posto da circa ottantamila persone che pagano la quota simbolica di mille lire per vederlo palleggiare. Una scena del genere non si è mai vista. La città più sudamericana d’Europa accoglie il suo nuovo eroe. E lo fa in grande stile. Il trasferimento alle pendici del Vesuvio sorprende tutti. Il giocatore più pagato del calcio professionistico, reduce da un biennio travagliato al Barcellona, approda in una squadra che la stagione precedente ha fatto fatica a mantenere la massima categoria.

Hans Peter Briegel contende il pallone a Diego Armando Maradona all'esordio in Serie A durante Verona - Napoli allo stadio Bentegodi di Verona, 16 settembre 1984
Ansa | Hans Peter Briegel contende il pallone a Diego Armando Maradona all’esordio in Serie A durante Verona – Napoli allo stadio Bentegodi di Verona, 16 settembre 1984

L’impatto non è semplice. Negli anni ’80 la Serie A è la Nba del calcio, i migliori del mondo giocano da noi e i difensori lo aspettano. Diego debutta il 16 settembre 1984 contro il Verona, mostra lampi della sua classe ma la squadra non è attrezzata per competere per le prime posizioni e alla fine della stagione occupa l’ottavo posto in classifica. Ma nell’estate del 1985 il presidente Corrado Ferlaino rinforza adeguatamente la compagine partenopea. La società ingaggia l’allenatore Ottavio Bianchi e a Napoli arrivano Giordano, Bagni, De Napoli, Carnevale e Garella. Dalle giovanili emerge un certo Ciro Ferrara. Maradona è pronto a battersi con le grandi del Nord.

Maradona scocca il tiro vincente in Napoli - Juventus 1-0, Napoli, 3 novembre 1985
Ansa | Maradona scocca il tiro vincente su punizione a due in area di rigore in Napoli – Juventus 1-0, Napoli, 3 novembre 1985

Dopo il primo scudetto nel 1987 si uniscono al gruppo i brasiliani Careca e Alemao per vincere anche in Europa. In quegli anni gli Azzurri sfidano il Milan di Sacchi e Berlusconi, l’Inter dei tedeschi Matthaus e Brehme e la Sampdoria di Mancini e Vialli. Nel 1989 trionfano in quella che oggi chiamiamo Europa League superando il Bayern Monaco in semifinale e lo Stoccarda di Jurgen Klinsmann in finale. Nel 1990 arriva il secondo scudetto in un infuocato testa a testa col Milan dei tre olandesi. Nella prima partita della stagione successiva umiliano 5-1 la Juventus di Agnelli in finale di Supercoppa italiana. In 7 stagioni Maradona firma 115 gol in 259 presenze, con i suoi compagni regala alla città 2 scudetti, 1 coppa Uefa, 1 coppa Italia (vincendo tutte le 13 gare disputate, primato rimasto ancora ineguagliato) e 1 supercoppa italiana. Napoli scopre il sapore della vittoria e si siede al tavolo del calcio che conta come mai in precedenza. È una nuova era. Nulla sarà mai come prima.

L’esordio nella Seleccion

Maradona in azione con la maglia della Seleccion
Ansa | Maradona in azione con la maglia della Seleccion durante Argentina – Belgio 0-1, Barcellona, 13 giugno 1982

L’esordio in Nazionale è datato 27 febbraio 1977 in occasione di un incontro amichevole contro l’Ungheria. La stampa argentina preme, tutti vogliono vedere giocare quel giovanotto dal tocco raffinato. Diego ha 16 anni e 5 mesi, il commissario tecnico César Luis Menotti lo stima ma non lo ritiene pronto per una competizione internazionale. Infatti l’anno successivo non lo include tra i convocati che conquistano la discussa edizione casalinga della Coppa del mondo, preferendogli un certo René Houseman. Il 13 giugno 1982 Maradona fa il suo esordio al Mundial in Spagna contro il Belgio. I campioni in carica si fermano alla seconda fase, eliminati dall’Italia di Bearzot lanciata verso la finale di Madrid trascinata dai gol di Paolo Rossi. Colleziona 5 presenze, 2 gol (doppietta all’Ungheria) e un’espulsione per un fallo di reazione nella partita contro il Brasile. Il talento si intravede solo a tratti. Le marcature, come quella che gli riserva Claudio Gentile, sono asfissianti e Diego non riesce a incidere.

L’apoteosi al Mundial messicano

Maradona solleva la Coppa del mondo, Città del Messico, 29 giugno 1986
Ansa | Maradona solleva la Coppa del mondo, Città del Messico, 29 giugno 1986

Il miglior Maradona di sempre è quello visto in Messico nel 1986 dove si presenta in condizioni fisiche smaglianti. Alla vigilia si sottopone a massacranti sedute atletiche individuali agli ordini di Fernando Signorini, il preparatore personale che Diego considera un genio. È nel pieno della maturità calcistica, si carica la squadra sulle spalle e conduce l’Argentina alla conquista della seconda Coppa del mondo in 8 anni con una cavalcata entusiasmante. Diego mostra al mondo di cosa è capace. Nel bene e nel male. Il 22 giugno 1986 nei quarti contro l’Inghilterra prima inganna tutti segnando di mano, cinque minuti dopo inventa quello che per chiunque è il gol del Secolo. È ancora nella sua metà campo quando riceve palla da Enrique circondato da due avversari che lo pressano. Li disorienta con una veronica, si gira, supera la linea di centrocampo con un tocco di esterno e punta la porta. Con la palla incollata al piede sinistro Maradona salta Hoddle, Reid, Sansom, Butcher, Fenwick, elude il tentativo di uscita bassa del portiere Shilton e la deposita in rete. Percorre 60 metri in 10 secondi e 45 centesimi. Il cerchio si chiude. Diego disegna l’opera d’arte che lo renderà immortale.

Sul primo gol è stato Dio a darmi una mano, sul secondo sono stato io a fargli un regalo.

Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona sta per segnare il gol del Secolo contro l'Inghilterra, Città del Messico, 22 giugno 1986
Ansa | Diego Armando Maradona sta per segnare il gol del Secolo contro l’Inghilterra, Città del Messico, 22 giugno 1986

Il 25 giugno 1986 in semifinale annichilisce il Belgio con altri due capolavori. Nella finalissima contro la Germania Ovest, Beckenbauer ordina a Matthaus di seguirlo ovunque, lui fa giocare i compagni e serve a Burruchaga l’assist per il gol decisivo del definitivo 3-2 per l’albiceleste. Il 29 giugno 1986 allo stadio Azteca di Città del Messico Maradona alza la Coppa del mondo. 5 gol e 5 assist in 7 partite. Le sue gesta fanno il giro del globo e lo proiettano definitivamente nel mito.

I miei sogni sono due. Il primo è giocare il Mondiale, il secondo è diventare campione.

Diego Armando Maradona

Club

  • Argentinos Juniors
  • Boca Juniors
  • Barcellona
  • Napoli
  • Siviglia
  • Newell’s Old Boys

Palmares

  • 2 scudetti
  • 1 campionato argentino
  • 1 Coppa Italia
  • 1 Supercoppa italiana
  • 1 Coppa di Spagna
  • 1 Coppa della Liga
  • 1 Supercoppa di Spagna
  • 1 Coppa UEFA
  • 1 Campionato del Mondo Under-20
  • 1 Campionato del Mondo
  • 1 Coppa Artemio Franchi
  • 2 Palloni d’oro sudamericani
  • 1 Pallone d’oro alla carriera

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