Governo Draghi
Palazzo Chigi | Il premier Mario Draghi all’ingresso del Quirinale, Roma, 13 febbraio 2021
Il governo Draghi è un esecutivo tecnico-politico, cioè un esecutivo composto da ministri tecnici (8) scelti dal presidente del Consiglio al di fuori dei ranghi dei partiti politici, e ministri politici (15) scelti da Mario Draghi fra dirigenti e parlamentari dei partiti. La decisione di affidare all’ex governatore della Bce l’incarico di formare il governo Draghi è stata presa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo che Italia Viva, la formazione politica capeggiata da Matteo Renzi, aveva scelto di ritirare la fiducia all’esecutivo precedente, guidato da Giuseppe Conte, perché non ne condivideva le scelte sul modo di impiegare i fondi europei per far ripartire il Paese dopo l’epidemia di Covid-19, il cosiddetto Recovery Fund. L’altra ragione, sotterranea, dello strappo di Renzi era la posizione sempre più marginale e subalterna che il suo partito aveva nella alleanza che sosteneva il governo Conte II, con la conseguenza di una lenta ma costante emorragia di consensi. Dopo un tentativo, fallito, di ricomporre la maggioranza di governo fra Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Leu e, appunto, Italia Viva, il presidente della Repubblica per evitare nuove elezioni, giudicate dannose in un momento così difficile e con la pandemia in corso, ha deciso di incaricare Mario Draghi, soprannominato Super Mario per il ruolo avuto nella difesa dell’Euro dopo la devastante crisi del 2008, personalità di grandi capacità, stimata (e mal sopportata) dalle classi dirigenti del continente.
Un governo di emergenza per uscire dalla crisi
Palazzo Chigi | Il passaggio di consegne tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, Roma, 13 febbraio 2021.
Il governo Draghi ha ottenuto un larghissimo consenso: non solo hanno dichiarato che voteranno la fiducia i partiti della maggioranza che ha sostenuto il Governo Conte II ma anche Forza Italia e la Lega che finora erano stati all’opposizione. Un no più o meno deciso al governo Draghi è arrivato soltanto da Fratelli d’Italia, il partito sovranista guidato da Giorgia Meloni, e da una frangia del Movimento 5 Stelle che fa riferimento ad Alessandro Di Battista. Proprio questa larga maggioranza fa sì che il governo Draghi abbia tutte le caratteristiche di un esecutivo di emergenza. Un governo cioè che riunisce forze politiche di cultura diversa e perfino opposta su un obbiettivo limitato e giustificato dalla situazione particolarissima in cui si trova il Paese: innanzitutto velocizzare il piano vaccinale contro il Covid-19, che l’attuale commissario Domenico Arcuri, nominato dal precedente governo, ha gestito in modo non soddisfacente, e varare un efficace Recovery Plan per non perdere l’occasione di utilizzare al meglio i 209 miliardi di euro che pioveranno sul Paese.
La squadra di Draghi: 8 tecnici e 15 politici
Quirinale | La foto di gruppo che ritrae i ministri del governo Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Roma, 13 febbraio 2021.
Nella composizione della sua squadra Mario Draghi è stato attento a raggiungere un punto di equilibrio fra ministri tecnici e ministri politici ma anche e soprattutto a riservare i ministeri che avranno potere decisionale sul Recovery Plan a tecnici di sua fiducia: Roberto Cingolani alla Transizione ambientale, ma soprattutto Daniele Franco all’Economia e Vittorio Colao alla Transizione digitale. E un altro ministero importante del governo Draghi, lo Sviluppo economico, è stato sì affidato a un politico leghista ma al meno sovranista di tutti, Giorgetti. A dispetto del suo carattere tecnico, il governo Draghi prima ancora di essersi insediato ha raggiunto due risultati eminentemente politici non trascurabili: ha costretto Matteo Salvini a una giravolta spettacolare che ha portato il leader leghista ad attenuare le sue posizioni antieuropeiste e sovraniste pur di entrare nella maggioranza e non lasciare a Forza Italia l’esclusiva di rappresentare nella nuova compagine il centrodestra rischiando di mandare la coalizione in mille pezzi. E ha provocato una profonda spaccatura nel Movimento 5 Stelle che ha relegato l’ala più marcatamente populista in minoranza. Per un banchiere la cui figura si identifica con l’Europa e per un tecnico, sono risultati politici non da poco.
Il premier
Ansa/Angelo Carconi | Mario Draghi, Roma, 4 febbraio 2021.
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Mario Draghi
- Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Roberto Garofoli
I 23 ministri
Ministri senza portafoglio
- Ministro ai Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà
- Ministro della Transizione Digitale: Vittorio Colao
- Ministro della Pubblica Amministrazione: Renato Brunetta
- Ministro per gli Affari Generali e Autonomie: Mariastella Gelmini
- Ministro del Sud: Mara Carfagna
- Ministra per le Politiche Giovanili: Fabiana Dadone
- Ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia: Elena Bonetti
- Ministra per la Disabilità: Erika Stefani
- Ministro del Turismo: Massimo Garavaglia
Ministri con portafoglio
- Ministro degli Esteri: Luigi Di Maio
- Ministra dell’Interno: Luciana Lamorgese
- Ministra della Giustizia: Marta Cartabia
- Ministro della Difesa: Lorenzo Guerini
- Ministro dell’Economia: Daniele Franco
- Ministro dello Sviluppo Economico: Giancarlo Giorgetti
- Ministro dell’Agricoltura: Stefano Patuanelli
- Ministro della Transizione Ecologica: Roberto Cingolani
- Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: Enrico Giovannini
- Ministro del Lavoro: Andrea Orlando
- Ministro dell’Istruzione: Patrizio Bianchi
- Ministro dell’Università e Ricerca: Maria Cristina Messa
- Ministro della Cultura: Dario Franceschini
- Ministro della Salute: Roberto Speranza
La coalizione
- LeU
- PD (Enrico Letta)
- M5s (Beppe Grillo)
- Lega (Matteo Salvini)
- Italia Viva (Matteo Renzi)
- Forza Italia (Silvio Berlusconi)