Governo Meloni

giorgia meloni presidente consiglio

Ansa | La premier Giorgia Meloni durante un incontro istituzionale con il presidente slovacco Peter Pellegrini a Palazzo Chigi

 

Il governo Meloni, in carica da ottobre 2022 e sessantottesimo governo della storia italiana, è un esecutivo politico sostenuto da una coalizione di centrodestra nonché il primo nel nostro Paese a essere presieduto da una donna. La formazione del governo, a opera dell’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni e su incarico del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è avvenuta a seguito delle dimissioni di Mario Draghi del 21 luglio 2022. L’ex governatore della Bce aveva rassegnato il suo addio a Palazzo Chigi dopo un voto di pieno sostegno in Senato in cui aveva ricevuto solo 95 voti favorevoli, a causa dell’astensione del Movimento 5 Stelle e dell’uscita dall’aula di Lega e Forza Italia. Dopo la vittoria alle politiche di due mesi dopo, con il sorprendente exploit di Fratelli d’Italia, il nuovo esecutivo è entrato in carica il 22 ottobre 2022. Avendo un mandato quinquennale, la prossima tornata elettorale – a meno di crisi di governo – si terrà nel 2027.

La vittoria elettorale del 2022

Il 25 settembre 2022 le elezioni politiche per definire il post-Draghi (e il post-Covid) hanno incoronato la coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. Ma più di tutto hanno certificato il fenomeno FdI, incarnato nella leader Giorgia Meloni, che è passata dal 4% al 25,98% nello spazio di quattro anni. Se anche l’alleanza ha raccolto la preferenza di circa il 44% dei votanti, è chiaro che a spiccare sia stato proprio il partito figlio di Alleanza nazionale. Le altre due grandi formazioni vincitrici, Forza Italia e Lega, non hanno potuto far altro che constatare un consistente calo di voti (rispettivamente dal 14% e 12% all’8%). E a beneficiare di ciò è stata proprio Giorgia Meloni, che si è trovata a capo del partito più votato d’Italia. Non solo. La netta maggioranza conquistata alla Camera (237 su 400 seggi) e al Senato (115 su 200) l’ha resa automaticamente la candidata numero uno a diventare la nuova presidente del Consiglio.

L’incarico «senza riserva» e la formazione del governo

Dopo tre settimane di consultazioni, il 21 ottobre 2022 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Giorgia Meloni l’incarico di formare il nuovo governo. Per la quarta volta nella storia della Repubblica italiana, il premier in pectore ha accettato l’incarico senza riserva e dunque ha presentato immediatamente la lista dei ministri del nuovo esecutivo. Il giorno successivo, 22 ottobre, il governo Meloni ha prestato giuramento al Quirinale entrando ufficialmente in carica. Immediatamente la presidente del Consiglio ha conferito ai leader delle due forze alleate, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ruolo di vicepremier.

giorgia meloni mario draghi palazzo chigi

Ansa | Il passaggio di consegne tra Mario Draghi (a sinistra) e Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, 23 ottobre 2022

Le principali politiche del governo Meloni

Fin dalle prime settimane di governo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha operato soprattutto con leggi e decreti legge in due campi: giustizia e immigrazione. A partire dal discusso Decreto rave, promulgato dieci giorni dopo l’ingresso a Chigi della nuova premier, fino al più recente Decreto aggressioni sanitari, per tentare di porre un freno all’ondata di violenze contro i professionisti ospedalieri. Sono state introdotte anche riforme per quanto riguarda la criminalità minorile e il disagio giovanile, il cosiddetto Decreto Caivano. Così come la Legge Roccella, figlia di vicende di grande eco mediatica (Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano su tutti), che ha previsto il rafforzamento delle norme a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Per quanto riguarda l’immigrazione, si sono susseguiti decreti che mirano a regolare l’operato delle Ong in mare e regolamentare il sistema di accoglienza in Italia: dai Decreti Ong e Cutro fino ai 17 articoli del Decreto flussi. Senza ovviamente dimenticare l’intesa con l’Albania, con la costruzione di centri di permanenza per il rimpatrio dislocati, che ha scatenato una accesa contesa con la magistratura sulla definizione dei «paesi sicuri». A livello amministrativo, invece, è sicuramente importante citare la legge sull’autonomia differenziata, in larga parte rimessa in discussione da una sentenza della Corte costituzionale che ha, però, bloccato la possibilità di sottoporre l’attuale testo a referendum. Sulla giustizia è stata avviata la riforma dell’ordinamento giudiziario, così come proposta dal ministro Carlo Nordio, mentre è ancora in commissione il testo sul cosiddetto premierato. Dal punto di vista economico, il governo ha deciso di abolire il reddito di cittadinanza e bloccare il superbonus, mentre il taglio del cuneo fiscale, sebbene riformato, è divenuto strutturale.

La scelta dei ministri

Nella formazione della squadra di governo, Giorgia Meloni ha fin da subito mantenuto un atteggiamento cauto. Non tanto verso l’opposizione, quanto verso i suoi alleati per garantire il più possibile la stabilità della coalizione tricefala. Nella suddivisione dei Ministeri – con e senza portafoglio – la premier non ha infatti ragionato in proporzione al risultato elettorale. Dei 24 ministri, nove sono appartenenti a FdI (Giustizia, Difesa, Imprese, Agricoltura e Turismo tra quelli con portafoglio) mentre cinque dicasteri a testa sono andati a Lega e Forza Italia. I rimanenti cinque sono stati affidati a indipendenti di area politica affine al centrodestra (come Matteo Piantedosi all’Interno) e a specialisti della materia (ad esempio Orazio Schillaci alla Salute).

Cambi in corsa: le dimissioni di Sangiuliano e Fitto

L’esecutivo ha già dovuto riassestarsi più volte. Il 6 settembre 2024 Alessandro Giuli ha sostituito il dimissionario Gennaro Sangiuliano come ministro della Cultura. Una scelta maturata a seguito dello scandalo che aveva coinvolto la presunta consulente ministeriale Maria Rosaria Boccia. A fine novembre, poi, con le dimissioni di Raffaele Fitto da capo del dicastero degli Affari europei, politiche di coesione e Pnrr. Al posto dell’attuale vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme – questo il motivo dell’addio all’esecutivo – è stato nominato un altro politico di area FdI, Tommaso Foti.

giorgia meloni raffaele fitto pnrr cabina regia chigi

Ansa | La presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, durante una cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi, 16 gennaio 2024

La premier

I 24 ministri

Ministri senza portafoglio

Ministri con portafoglio

governo meloni giorgia meloni giuramento ministri

Ansa | Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e i 24 ministri del governo durante la cerimonia di giuramento al Quirinale, 22 ottobre 2022

La coalizione

Governo.it (Link esterno)

Temi correlati

Ultimi Articoli
Articoli più letti
Video del momento
Non ci sonno video in evidenza.