J.D. Vance

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J.D. Vance, vicepresidente eletto degli Stati Uniti

 

Nasce da una famiglia di origini scozzese-irlandesi il 2 agosto 1984 a Middletown, Ohio, con il nome di James Donald Bowman. L’ambito familiare in cui cresce è quantomeno turbolento. Il padre, Donald, se ne va di casa quando il figlio è ancora bambino. La madre si risposa tre volte e soffre di tossicodipendenza. Lui e la sorella sono cresciuti dai nonni materni, il onore dei quali JD decide di prendere il cognome Vance. L’infanzia dei due è molto segnata da povertà e abusi, testimoniati e subiti. Vance stesso racconta di aver visto la nonna dare fuoco al nonno (non in modo fatale), come risposta alle continue violenze e al suo alcolismo.

L’arruolamento nei Marines e gli studi

Nel 2003, subito dopo il diploma di high school, JD Vance si arruola nei Marines. A 21 anni, nel 2005, parte per l’Iraq e ci rimane per sei mesi come ufficio stampa e corrispondente di guerra. «Mi sono detto che il mio Paese aveva bisogno di me», spiega. Una volta tornato, sfrutta il GI Bill, legge che tutela i veterani e paga i loro studi, per laurearsi. Prima alla Ohio State University in scienze politiche e filosofia, poi a Yale frequenta un dottorato in giurisprudenza. Qui conosce Usha Chilukuri, con cui si sposa nel 2014 in una cerimonia interreligiosa. Lei, avvocatessa californiana, è indù. Lui nasce protestante e si converte al cattolicesimo.

L’autobiografia di successo

Nel 2016, convinto da una docente conosciuta a Yale, JD Vance pubblica un libro di memorie, Hillbilly Elegy, in cui sostiene l’ideale a stelle e strisce del self made man, l’uomo che si costruisce la propria fortuna. In quelle pagine, che riscuotono un enorme successo, descrive la sua infanzia vissuta attraverso il filtro dell’”hillbilly”, il giovane di collina. E tra le righe, come scrive il New York Times, «aiuta a comprendere la vittoria di Donald Trump», che entra nella Casa Bianca proprio quell’anno. Un vero e proprio viaggio nella cultura della catena montuosa degli Appalachi, pregna di valori come lealtà e amore per la patria. Ma anche di tante criticità. Nel 2020 l’opera è adattata cinematograficamente dal regista Ron Howard in un film omonimo.

Imprenditore e «self made man»

Dopo la laurea a Yale, Vance si trasferisce a San Francisco e inizia a lavorare per Mithril Capital, società del miliardario fondatore di PayPal e grande finanziatore repubblicano Peter Thiel. Nel 2019, poi, Vance va per la sua strada e fonda il venture capital Narya a Cincinnati, città del “suo” Ohio. Continua dunque a muoversi tra i mondi della tecnologia e della finanza, almeno fino all’ingresso in politica.

Vance e Trump, odio e amore

Prima ancora di essere la fedele spalla destra di Donald Trump, JD Vance era uno dei suoi più aspri critici. Nel 2016, durante la vittoriosa campagna elettorale del tycoon, il giovane imprenditore non usa messi termini: «Non so se Trump è un cinico stronzo come Nixon oppure l’Hitler americano». Il 45esimo presidente è anche descritto come un «demagogo razzista». Tutto cambia nel 2021, quando Vance da strenuo esponente del movimento Never Trump se ne guadagna il pieno sostegno per diventare Senatore dell’Ohio. Cosa che effettivamente accade nel 2022, quando ha la meglio sul democratico Tim Ryan durante le elezioni midterm. Da quel momento JD Vance diventa una delle spalle più solide per Trump nel Congresso. E ne sposa tutte le posizioni: nazionalismo, opposizione dura all’immigrazione, limitazioni all’aborto. E diventa, vista anche la sua storia, immagine perfetta del trumpismo: il middle class man, tendenzialmente colletto blu e insofferente delle élites.

La nomina a vicepresidente

Il 15 luglio 2024, Trump rivela sul suo social Truth di aver scelto il nome che lo accompagnerà come candidato vicepresidente nella campagna elettorale. Quel nome è proprio quello di JD Vance, descritto dal tycoon come «imprenditore di grande successo». La nomina è ufficializzata alla Convention repubblicana in luglio a Milwaukee. Con la vittoria di Trump, nelle elezioni del 5 novembre 2024, Vance è ufficialmente il vicepresidente eletto.

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