Roberto Cingolani

Roberto CingolaniAnsa | Roberto Cingolani

«Finalmente siete arrivati». Nell’aprile del 2016 sul palco di X Factor è arrivato un concorrente che ha proiettato immediatamente il talent show in un futuro ancora lontano. 104 centimetri di altezza, 22 chilogrammi di peso. Due occhi, dotati di palpebre, la capacità di parlare e praticare il Tai Chi senza mai perdere l’equilibrio. Il concorrente si chiamava iCub era un robot ed era il progetto più importante seguito dai ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), il centro che Roberto Cingolani ha guidato come direttore scientifico dal 2005 al 2019.

Chi è Roberto Cingolani?

Nato a Milano nel 1961 e laureato nel 1985 in Fisica all’Università di Bari, Cingolani è il ministro alla transizione ecologica del governo Draghi. Un compito difficile il suo, almeno per due ragioni. Da una parte questo ministero si propone un compito sostanzialmente inedito nella storia della politica italiana: traghettare il Paese verso un nuovo modo di vivere e fare economia. Dall’altra questa creatura politica è stata fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, tanto che lo stesso Beppe Grillo lo ha rivendicato dopo l’incontro con Mario Draghi.

La Normale di Pisa e il lavoro con il premio Nobel in Fisica

Dopo la laurea in Fisica, Cingolani consegue il dottorato sempre nella stessa università. Negli anni successivi si sposta per continuare gli studi, prima alla Scuola Normale Superiore di Pisa poi in Germania, dove entra a far parte dello staff della Società Max Planck di Stoccarda. È qui che lavora sotto la direzione del Premio Nobel per la Fisica Klaus von Klitzing. Nel 1985 Klitzing ha vinto il Nobel per la scoperta dell’effetto Hall quantistico.

Dal 1991 si sposta all’Università di Lecce, ora Università del Salento. Qui segue tutto l’iter accademico. Prima lavora come ricercatore e poi come professore associato di fisica generale. È stato visiting professor all’Università di Tokyo e alla Virginia Commonwealth University degli Stati Uniti. Nel 2000 Cingolani è diventato professore ordinario all’Università di Lecce, dove si è anche occupato del lancio del laboratorio di Nanotecnologie.

L’Istituto italiano di Tecnologia e lo Human Technopole del post Expo

Aperto nel 2003 per volontà di Giulio Tremonti e Letizia Moratti, allora ministri dell’Economia e dell’Università del secondo governo Berlusconi, l’Istituto italiano di Tecnologia (Iit) è diventato sotto la guida di Cingolani uno dei centri di ricerca scientifica più avanzati in Italia. Al momento ospita infatti 1.700 persone provenienti da 60 nazioni diversi. iCub è il suo progetto più noto ma l’Iit è al lavoro anche su altri fronti, dalle nontecnologie alla robotica riabilitativa.

Nel 2019 Cingolani ha lasciato la direzione del centro, per dedicarsi al ruolo di Chief Technology and Innovation Officer a Leonardo, la società italiana partecipata dal Mef che si occupa di difesa, aerospazio e sicurezza. Nel 2016 l’attuale ministro per la transizione ecologica è stato messo al lavoro anche su un altro progetto di cui al momento si sono perse le tracce: lo Human Technopole, il centro di ricerca da 16.500 metri quadri che dovrebbe far rivivere la distesa di padiglioni lasciati dall’Expo 2015. Giusto a metà febbraio del 2021 si è chiuso il cantiere per i primi laboratori.

Testo di Valerio Berra

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