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«Non siamo pesci»: il sit-in davanti a Montecitorio per chiedere lo sbarco dei migranti sulla Sea Watch

28 Gennaio 2019 - 20:27 Redazione
Centinaia di persone si sono trovate davanti alla Camera al grido «Fateli scendere» per manifestare solidarietà ai naufraghi a bordo della ong che si trova al largo di Siracusa

«Fateli scendere, fateli scendere». Sono le parole che hanno gridato centinaia di persone che si sono ritrovate davanti a Montecitorio per partecipare a «Non siamo pesci», il sit-in di protesta organizzato dai Radicali italiani per chiedere lo sbarco dei 47 migranti della Sea Watch. La nave della ong si trova ancora al largo di Siracusa senza però poter far scendere i naufraghi, in mare da dieci giorni. Il Governo ha chiesto la confisca dell’imbarcazione per poter spedire i migranti in Olanda visto che la nave batte bandiera olandese. 

Una manifestazione pacifica, quella davanti a Montecitorio, che ha preso vita dopo che più di 600 persone – tra cui intellettuali come Roberto Benigni, Andrea Camilleri e Michela Murgia – hanno firmato un manifesto in cui chiedono al Parlamento di istituire una commissione di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo. 

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Alla manifestazione hanno preso parte alcuni dei firmatari del manifesto, esponenti politici tra cui Nicola Fratoianni, Laura Boldrini e Rossella Muroni  di Liberi e Uguali; Graziano Delrio ed Ettore Rosato del Pd. Nelle stesse ore Maurizio Martina e Matteo Orfini salivano a bordo della Sea Watch per verificare le condizioni dei migranti, nonostante la Capitaneria abbia predisposto il divieto di navigazione nella vicinanze della nave. I due esponenti del Pd sarebbero per questo finiti sotto indagine. 

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«La straordinaria partecipazione sotto la pioggia davanti a Montecitorio per ‘Non Siamo Pesci’ ci dice che c’è un’Italia che non si scoraggia, che non si arrende e continuerà a indignarsi. Spero che questa mobilitazione delle coscienze continui in tutto il Paese. Ieri eravamo in 3 parlamentari a Siracusa. Oggi molti di più, questo è un bene, non me ne frega nulla su chi è arrivato prima o dopo. Dobbiamo avere tutti l’obiettivo di far sbarcare quegli esseri umani al più presto a Siracusa», ha detto Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali. «Dobbiamo renderci conto – ha proseguito il leader di Sinistra italiana – che se oggi invece di avere un Salvini ministro, abbiamo un Salvini bullo e anche un po’ buffone con lo slogan sui porti chiusi, è anche perché questo Paese ha imboccato ben prima di lui una strada sbagliata sul salvataggio dei migranti, ha reso difficile la vita alle Ong, a fare accordi con le milizie libiche. Non si facciano più questi errori». 

«L’Italia offra un porto sicuro a Sea Watch. A Roma e in tutta Italia siamo in tanti a chiederlo, il Governo ci ascolti. non siamo pesci fateli scendere», ha scritto su Twitter Roberto Giachetti, candidato alle segreteria del Partito democratico.

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