Il monito del Papa: «Non seguite chi diffonde allarmismo e alimenta la paura»
«Non va seguito chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell’altro e del futuro, perché la paura paralizza il cuore e la mente». A dirlo è Papa Francesco, nel corso della messa in San Pietro in occasione della terza Giornata Mondiale dei Poveri di oggi, domenica 17 novembre.
«Quante volte ci lasciamo sedurre dalla fretta di voler sapere ‘tutto e subito’, dal prurito della curiosità, dall’ultima notizia eclatante o scandalosa, dai racconti torbidi, dalle urla di chi grida più forte e più arrabbiato, da chi dice ‘ora o mai più’», dice Francesco. «Ma questa fretta, questo ‘tutto e subito’ non viene da Dio».
La Giornata Mondiale dei Poveri
Papa Francesco è entrato in processione nella Basilica di San Pietro, dove presiede la messa in occasione della terza Giornata Mondiale dei Poveri, da lui stesso istituita. Alla celebrazione partecipano numerose persone povere e indigenti, insieme ai volontari che li accompagnano e ad esponenti delle numerose realtà caritative che li assistono quotidianamente. Concelebrano con il Papa cardinali, vescovi e sacerdoti.
Dopo la messa, e dopo la recita dell’Angelus in Piazza San Pietro, il Papa parteciperà al pranzo con i poveri nell’Aula Paolo VI, allestita per l’occasione a grande sala da pranzo con 150 tavoli per un convivio festivo in loro onore. I 1.500 poveri provengono da Roma, dalle diocesi del Lazio, oltre che da diverse diocesi d’Italia. Al termine, a tutti i partecipanti saranno offerte in dono confezione di pasta e di olio.
Contemporaneamente, a Roma e in Italia così come nel resto del mondo, le parrocchie e le realtà di volontariato aderenti all’iniziativa offriranno analoghi pranzi alle persone indigenti.
L’omelia di Francesco
«Nella smania di correre, di conquistare tutto e subito, dà fastidio chi rimane indietro. Ed è giudicato scarto: quanti anziani, quanti nascituri, quante persone disabili, poveri ritenuti inutili», aggiunge il pontefice. «Se ci affanniamo per il ‘subito’, dimentichiamo quel che rimane per ‘sempre’: inseguiamo le nuvole che passano e perdiamo di vista il cielo. Attratti dall’ultimo clamore, non troviamo più tempo per Dio e per il fratello che ci vive accanto. Com’è vero oggi!», avverte Papa Francesco.
Commentando nell’omelia il Vangelo del giorno, Bergoglio spiega che Gesù «Non basta l’etichetta ‘cristiano’ o ‘cattolico’ per essere di Gesù. Bisogna parlare la stessa lingua di Gesù, quella dell’amore, ‘la lingua del tu”. “I poveri sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io: non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano. Anziché provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro».
In copertina Papa Francesco celebra la messa a San Pietro in occasione della terza Giornata Mondiale dei Poveri, Vaticano, domenica, 17 novembre 2019. ANSA/Claudio Peri
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