Il sindaco di Zaporizhzhia: «100 dipendenti russi hanno lasciato la centrale». Grossa esplosione vicino a un aeroporto militare a Krasnodar
Circa 100 dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno lasciato l’impianto. Gli impiegati fanno capo al gruppo di monopolio nucleare russo Rosatom. Attualmente la città dove si trova la centrale, Energodar, è sotto il controllo russo da marzo e lì vivono ancora intorno a 6 mila dei lavoratori dell’impianto, che però non sono autorizzati a svolgere la loro mansione a meno che non firmino un contratto con il monopolista russo, ha spiegato il sindaco della città Dmytro Orlov a Radio Ucraina. «Le autorità di occupazione non permettono loro di lasciare la città», ha precisato riguardo i 6 mila. Per chi ancora lavora nell’impianto, invece, non è la prima partenza che avviene, dato anche alcuni dei collaboratori ucraini che avevano effettivamente deciso di firmare con Rosatom hanno lasciato Energodar. Il piccolo esodo segue un annuncio dell’intelligence ucraina nel quale si sostiene che la Russia abbia dato ordine di ridurre gradualmente il numero di lavoratori, tra cui tutti quelli di Rosatom, che dovrebbero aver lasciato l’impianto entro il prossimo 5 luglio. I motivi non sono chiari, ma secondo gli 007 di Kiev si potrebbe trattare della preparazione a un attacco terroristico che il Cremlino sarebbe pronto a sferrare.
I bombardamenti sull’Ucraina
La Wagner è estromessa dal fronte ma il conflitto in Ucraina prosegue violento. Le autorità ucraine rendono noto che per tutto il giorno le forze armate russe hanno attaccato gli insediamenti di Bilohorivka e Serebryanka, nella regione del Lugansk. Ad illustrare la situazione è la viceministra ucraina della Difesa Anna Malyar, che sottolinea come i russi si stiano muovendo «in diverse direzioni» verso altri centri come Avdiivka, Maryinka e Lyman. Nel frattempo, nell’area di Bakhmut, i combattimenti proseguono sul «fianco nord» mentre sul fronte meridionale l’Ucraina sarebbe riuscita ad avanzare. «Le nostre truppe stanno affrontando un’intensa resistenza nemica, lo sminamento a distanza e il ridispiegamento delle riserve, ma stanno persistendo e creando instancabilmente le condizioni per un’avanzata più rapida possibile», ha aggiunto la donna.
L’aeroporto russo bombardato
In Russia è stata registrata una forte esplosione in un aeroporto militare nella regione di Krasnodar. Si tratta, nello specifico, della città portuale di Primorsko-Akhtarsk, affacciata sul Mar d’Azov. Uno dei missili attribuiti all’Ucraina sarebbe stato intercettato dalla contraerea russa. «Questo è un aeroporto da cui partono i droni e i missili diretti in Ucraina», ha commentato Anton Gerashenko, consigliere ufficiale ucraino, pubblicando su Twitter un video dell’esplosione. Intanto, sono stati colpiti anche alcuni villaggi russi. Come Dronivka, nel distretto urbano di Grajvoron, nella regione di Belgorod, che oggi è stato bombardato due volte. A riportarlo è il governatore del rispettivo Oblast, Vyacheslav Gladkov. «Non ci sono state vittime», fa sapere, anche se «sono stati danneggiati i tetti, le facciate e le recinzioni di due case private», e le «linee di alimentazione del gas e dell’elettricità».
July 2, 2023
Zelensky a Odessa
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato nella regione di Odessa per discutere della «situazione operativa nel Mar Nero, delle capacità di difesa della Marina, della strategia di sviluppo della Marina ucraina durante la guerra e nel dopoguerra». «Abbiamo discusso i risultati provvisori e le prospettive per lo sviluppo del programma di droni navali e del programma missilistico», ha annunciato il leader di Kiev. «Il nemico non detterà sicuramente i termini nel Mar Nero, e gli occupanti dovranno avere la stessa paura di avvicinarsi alla nostra Crimea ucraina e alle nostre coste del Mar d’Azov, poiché le navi russe hanno già paura di avvicinarsi alle nostre coste», ha aggiunto, prima di congratularsi con le forze navali: «Basta ricordare quali ambizioni aveva la Russia all’inizio dell’aggressione su vasta scala e quali di quelle ambizioni sono ora sul fondo del Mar Nero»